Ernesto Mezzabotta - Il 1848

JL 1848 47 sandro Torlonia, avrebbe pagato il fio deUa temerità sua; i mperocchè, fosse reo, o meno, sp1 ez~a11do , quasi tifidando l'impeto popolare, a veva ar~dito mostrarsi, è il popolo lo seguiva, lo investiva per punirlo a suo modo. I t'l'atelli Galanti fuggirono; così il Nat·doni, che si mor-morava nascosto in una vigna, de' Gesuiti, e che, più avventurato del Mi1.1ardi, del Freddi e dell ' A l ai, ora si gode le napolitane delizie. Il conte Bertola, esule fin ieri e tuttavia nome tristamHnte noto in Spagna ed in Francia ai poveri esuli, fu arrestato dai popolani, e tra le sue ca1·te trovaronsi documenti che forte1lo aggravant>. Benchè lo si traducesse alle carceri nuove in carrozza ·tra le guar die civiche e quaranta soldati, il popolo, minaccioso sem pre, lo volea condannato alla morte di Basseville e di Prina. « Il lunedì, 19, parea finalmente cessato il frugare, l'inseguire, il temere. Quand'ecco una voce si spande, il Minardi starsene ascoso l'n una casa di via del Bufalo, i l Minardi reputato capo della congiura contro il popolo ed l il pontefice. Accorsero tutti, chi per raffrenare e chi so.. lamente per ubbidire all' interno sdegno; popolo, civici, carabinieri circondano di sentinelle l'isola intiera; Cf nt ~ naia e centinaia · di per-sone diersi a investigare minuziosamente casa per casa, e perfino col'rendo di tetto ìn tetto da sei ore d1 sera a mezzanotte. E nulla rinvennero. Ciceruacchio ad ·acquetar sì tenace sdegno, raccomandò pace ed invano. Il pro-governatore Morandi, anch' egli tra quella calca, pauroso che la cosa finisse altrimentj, salito sur una panca, disse parole santissime, strappò vivi applausi; 1na nessuno partiva. Alcuni rammentaronsi il padre Ventura e invitaronlo a predicar pace. L'egre-

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