Ernesto Mezzabotta - Il 1848

JL 1848 21 - ----- ·--- disinvoltura, restò stupefatto. Ma il .segretario gli mormor ò alrorecchio : - Sua Eminenza_ba dal papa la dispensa di poter be· stemmiare in viaggio, per far camminare i postiglioni•.. L'oste ci credette, o almeno ne fece le viste. La sapienza umana non consiste forRe tutta nel mostrare che . . d ~ Cl SI ere e. .... Intanto il cardinale - che era nientemeno che l'eminentissimo Monico, · patriarca Ji Venezia e consigliere ascoltatissimo dell'imperatore d'Austria - si info·rmava della reale situazione della carrozza. Quando seppe che le accomodature erano a buon punto, e che all'alba si sarebbe potut i partire coi cavalli freschi e riposati, H suo malumore scomparve. Dopo tutto non si poteva fare la corsa tutta d'un tratto, e dovendosi fermare, tanto era Acquapendente che un altro luogo. La cena dunque del cardinale patriarca fu allegrissima, tanto più che l'albergatore, pieno di venerazione per la chiesa, aveva portato su certe bottiglie che erano state nascoste in cantina .al tempo della prima invasione dei francesi , e che d'allora in poi non erano state più mosse dal loro fresco ripostiglio. Il vino sciolse la lingua al cardinale. - Figurati - diss'egli - che, quando ho veduto l'accidente toccato alla car rozza, mi ero subito persuaso che ci fosse di. mPzzo una mano settaria. Si sa da qualcuno che io porto una esclusiva molto importante, e il car·dinale ha molti fautori fra i carbonari. Per comprendere queste parole bisogna sapere che per antico privilegio conservato fino a questi ult}mi tempi,

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