Ernesto Mezzabotta - Il 1848

IL 1848 17 Poi c'era l'esercito, messo insieme non a nome della patria ma dai vincoli di una ferrea discrplinà; l'esercito che seguì quasi tutto l'imperatore e i suoi capi. Vedremo pi'ù tardi che, malgrado tutto questo, le misure di MazziD:i e di Kossuth erano così b ·n prese, che il dispotismo austriaco non si sarebbe salvato senza il soccorso di un despota anche peggiore~ l'imperatore di tutte le Russie. · Ma quei temp"i erano lontani; e intanto le cose si mettevano stupendamente per la parte liberale. I paesi liberi infatti, la Svizzera, il Belgio, l'Inghilterra, non si movevano; il Piemonte esaltava il suo re , cbe aveva dato lo statuto; e la bufera, spinta dal soffio form1dabile del Comitato __rivoluzionario europeo, si scatenava soltanto contro i governi e contro le corti che rappresentavano la tirannia, la resistenza ai voleri del popolo.... In Germania avveniva lo stesso. Nelle Università, popolosissime istituzioni dove si raccoglieva, allora come adesso, il fiore della g oventù tedesca, il fermento della rivolta era grandissimo. Ma assumeva la forma dotta e pesante, cara alla nazione. Lo studente tedesco sa prendere il fucile, sa battersi e morire; ma fa tutto questo con gravità, colla stessa gravità colla quale ama, parla, scrìve, si ubbriaca. È una specie di sacerdozio, con un calto estremamente variato. Alcuni principi resistettero; altri, o per paura o per re~titudine di coscienza, cedettero alle àGmande popolari. 2 - Il 1848

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