Giuseppe Mazzini - Dal Papa al Concilio ; Dal Concilio a Dio

28 GIUSEPPE MAZZIN! biamo cercare di attemperarvi i nostri atti. Il peniiero · è lo spirito; la traduzione in azioni, in lavori visibili, esterni, è il fatto sociale. Pretender dunque separare interamente e per sempre le cose della terra da quelle del cielo, il temporale dallo spirituale, non è cosa morale, nè logica, nè possibile. Ma quando il potere che rappre~enta un principio religioso non ha più nè ispira la fede - quando, per· secoli di traviamento e per un grado di progresso·. subito dai popoli, è cessata ogni comunionp di vita fra quel potere' e l'umanità - quando non è più in esso potenza d'iniziativa ma soltanto di resistenza - la prima forma che il dissenso assume è quella della protesta e della separazione. La società, prima di decret ar condannn. :final0 a quel potere e al principiosu cui s'appoggia, lo segrega dal proprio moto isolandolo in una sfera d'inerzia, dove l'opinione possa giudicarlo senza terrore e ~senz'impeto di passione. Allora sorge il grido che invoca la separazione del temporale dallo spirituale; e quel grido rivolto al potere,.. per quanti intendono gl'istinti segreti del popolo, vale: « La vostra missione è :finita; ritraetevi. La nostra « vita, il nostro progresso non vengono più da voi. Il « principio che voi rappresentate non è il nostro. Noi « non crediamo più in voi. Fermenta ne'nostri cuori un . « più puro, più vasto, più efficace concetto religioso . <<.che non è il vostro. E poichè non volete o non po- « tete affratellarvi con esso, rimanetevi solo. Ricordo - « solenne d'un passato chE1 non tornerà, voi non siete « più, nel presente, che un idolo, una forma inerte e ·· « senz'anima. Dio e la religione stanno con noi: con.. « noi che ci sentiamo migliori di voi, e più capaci di!.

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