Giuseppe Mazzini - Dal Papa al Concilio ; Dal Concilio a Dio

GIUSEPPE MAZZlNl principi, popoli, filosofi, settarii, involon~ariamente o. con animo deliberato, cospiravano a rovinare il colosso. dalla testa nelle nubi, e dai piedi d'argilla. Scotere il giogo di Roma era alla metà del secolo XVIII il pensiero predominante de'governi italiani e stranieri:- si riputavano grandi e forti ogniqualvolta avevano resistito, trionfando, .a una pretesa romana. » « Napoli rifiutava il tributo, rompeva le prescrizioni, commetteva agli scrittori di combattere i diritti p:1pali; se poi lasciava perseguitare a' frati e agli inquisitori gli uomini ai quali ~ra stato imposto l'ufficio, era abitudine di tirannide che si giova dello stroment o, poi lo spezza; ma i frutti duravano. Ginseppe II nella Germania e Leopoldo in Italia assalivano con energia ùi riforma il papato. Ricci e il sinodo di Pistoia avva· loravano l'emancipazione. I giansenisti si diffondevano e intendevano a richiamare l'antica severità religiosa del cristianesimo primitivQ. Voltaire bandiva una crociata addosso a Roma cattolica, e la reggeva se non con profondità di concetto e di filosofia storica, con una atti· vità e una varietà di armi, che rimarrà gran tempo prodigio. Poi giungeva il · torrente: giungeva la lava rivoluzionaria; e balzava di trono tutto quanto il pas· sato. Poi Napoleone, imprigionando il papato, trascinandolo a Parigi, minacciandolo e transigendo politica· mente con esso, finiva di screditarlo e avvilirlo. Poi, caduto il gigante, e l' inerzia politica concedendo il rinascere agli studi pacifici filosofici, sorgeva lo spiritualismo, sorgeva l'ecclettismo: scuole che non rinegavano il sentimento religi-Qso, ma non calcolavano come elemento essenziale il papato. « Al Papa, in tut.to il mondo cattolico, rimaneva de

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