Tommaso Zauli Sajani - Il trionfo della grazia

27 Il Cavaliero, a lei cortesemente La man porgendo--" Ah, non son io, dicea, Be1Ja yergin, che un povero mortale, Anzi un umil tuo servo ; e tu la vita, A cui ritorni per miracol nuovo, Devi a quel Dio:'-Segnò, così dicendo, L'effige di Gesù che delle spin e. Cinta pendea dalla candente Croce. EJia turbossi, e pauroso il guardo Rivolgendo d' intorno, e ripetuto Sull' armi e sulle mura il santo segno Vedendo : " ohimè l dove son' io?, gridava. -" Fra i redenti del Cristo.-11 - " E tu .chi sei ? , -"Il Duce. Deh, non paventar che offesi Siano i tuoi giorni e il tuo caudor tra noi. Nelle vergini pure il Cristiano Della madre di Dio l' immagin santa Rispetta; e se esser vi può donna in terra Che a lei si rassomigli, or tu sei queUa. Siccome in braccio del tuo padre istesso, Più ch' ai voluttuosi Arabi in mezzo, Qui sei sicura." Allor dell ' infelice Alla mente s'aprì de' casi suoi Tutto il tramite ; il suo stato conobbe,

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