Tommaso Zauli Sajani - Il trionfo della grazia

21 D' una funerea salmodìa commisti, Van per la stanza volitando.-Io mezzo Sovr' arabi tappeti era prostesa Una donzella, e il suo volto di cera, E de' grandi e velati occhi le ciglia, Ed il socchiuso labbro, trasparente Quasi alabastro, diffond eano a) guardo Que! senso arcano di pietà che induce Una bella e mortai veste da cui Di poco si fuggì )' anima, e tanto Del suo corso vitale ancor ragiona I Ma parmi, o della chioma il nero manto Sovra il suo sen s'agita lieve, a guisa Di bruna fronda che d' intorno al bianco Fiore del mirto un venticel commove? Respira forse, o la pietà m'inganna? Ah sì , l'infelicissima d' Assano li iglia, respira ! Un profondo letargo l n cui s'avvezza al sonno della murle, È qu el che al dì gli occhi le chiude. Oh, vedi ? Quella palpebra di minute fila Rosso-venata ai grandi orli , ti dice Che gli occhi suoi poc' anzi un mar di pianto Versaro, e il pianto in loro anc or serpeggia. Sulla pallida fronte un' ombra pa ss a Irrequ'ieta e torba... Ed or, che miro ? In un singulto a mezzo soffocato Tutta si scuote d' improvviso! Ah forse Di col or che infedeli ella domanda,

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