Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

6o ol'igine, e più coi suoi atti ba consacrato un principio di dissoluzione politica e sociale: che in pochi giorni è riuscito a mal contentare l'esercito, il clero , con quell' altra circolare che ognuno ha potuto leg·gere; i possi denti che a veder i? che modo s' intenda la democrazia, si sentono tutti piil o meno aristocratici; dico che a questo modo egli si fa governo di partito, e non governo della maggiorità, governo costituzionale; ma non dico ch'egli non si possa ntrarre ùa questa via, e perciò che non ci sia piu rimedio. Il ministero troverà una bussola sicura negli scritti del suo pt·esidente. Gli avrà letti quanto me certamente ma non piit di me avuti in pregio quando esprimono e propugnano l' idea di una stretta unione tra popoli e principi italiani come un ico mezzo d 'ottenere indipendenza e liberth alla nostra travagliata Italia. Tenga il ministero a mente quella vera, giusta , profonda idea politica, ch'egli certo nè può nè vuole rinnegare, e soltanto ritletta che la consect·azione dell 'autorità del tumulto e della sedizione, non è la via più logica e più breve di mettere principi e, popoli d 'accordo. Ponga mente anco all 'èsercito, a quell'esercito che olfd cosl mirabile esempio di vit·tit militare c di sacrifizio, che è l'onore del Piemonte, l'o-

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