Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

64 Il male è che avendosi in politica rispetto ni forti e uon ai òeboli -- uno stato piccolo e perciò di poca fot•za deve cercare_ di dat·si almeno riputazione di prudenza e sapienza nell'arte dello stato, come gia usarono Firenze e Venezia; con che vennero ad esser tenute a calcolo piit di quello che avrebbe comportato la loro picciolezza. Ed ora con quella mediazione che ci pende sul capo, convel'rcbbe che il Piemonte e L'Italia portassero al congresso se noh altro una riputazione di capacità e di sapienza politica, un uome di trattare con accortezza le loro faccende. E se nel momento che in tutta rEuropa il movimento rivoluzionario dall'essere ascendente divien discendente, i nostri ministri mostrano di non avvedersene, e compiono atti non solo -- rivoluzionarH , ma che tendono all' anarchia; se dopo aver tanto parlato di guerra , e dovendo perciò secondo le idee comuni, cercat' di restringere insieme tutte le forze del governo invece allentano ogni vincolo di leggi, discipline e subordinazioni, qual voce avranno l'Italia, il Piemonte nel consesso delle maggiori potenze di Europa ? Ma io nou sono di quelli che vedano cataclismi e rovine pìh del bisogno. Dico che le circostanza è grave, che il ministero colla sua

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