Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

'tl4 credera di porre rimedio a cosi gran danno, coi rompere leggi ed ordini umani e divini, assassinare Rossi a tradimento, dar l'assalto al palazzo del Papa con archibugi ed artiglierie, uccidergli il segretario, e tempestare di palle la camera dove si trovava lo stesso Pio IX. Come non comprendere che Pio IX, malgrado il sno errore, era, di tutti i Principi, di tutti gli uomini, il più inviolabile? Che per l'Europa, p~l mondo era sempre il Pontefice dell'amnistia, delle riforme; l'uomo della bontà, del perdono della clemenza? Che l'Europa ed il mondo troppo distanti per intromettersi in questioni locali ed anco nazionali, avrebbero imprecato all' llalia, uùendo rimbombare i cannoni volti contro Pio IX? ]_,'avrebbero chiamata pazza, ingrata, iniqua, ignorante d'ogni elem~nto di vita politica? L'avrebhet·o proclamata indegna di libertà, immeritevole d'indipendenza? Avrebbero detto dell'Austria e del re Borbone: - Costoro conoscono l'Italia, e sanno come meriti d'esser trattata? Come non si conobbe che la bandiera italiana, della libertà, dell'indipendenza nostra, non potea spiegarsi agli occhi del mondo finchè era sovr'essa l'onenda macchia del sangue di Rossi? Io so che in ogni plese può trovarsi un assassino, un fanatico, un entusiasta, un pazzo; che forse innanzi a Dio è meno colpct'ole cho

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