Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

r>O A questa guen·a de' popoli fu dato princ1pto c .posto fi.ne coll ' impresa di val d' Intelvi che terminò come doveva terminare, . e come tutte l'altre prove della giovine Italia. Volesse almeno d'ora in poi aver pietà del sangue e dell'onore italian•>! Finita così la guerra de' popoli incomincib un'altra guerra, e fu mossa contro tutti i governi esistenti in Italia, onde volgerli in democratici- o così detti -dapprima, poi in repubbti ... . cam. Pare impossibile, par di sognare a trovare tanta i'gnoranza e tanta incapaciUt politica davoler mettere in Italia un così colossale rivolgimento d'ordini, di cose e d'uomini contro le conosciute ed evidenti tendenze dell'a massima rnaggiorità, e ciò in qual momento? Nel momento d'un dubbio, d'un pericoloso armistizio! nel momento in che la guerra poteva scoppiare! nel momento che gli agitatori più di tutti la chiedevano, la volevano imme,diata! Pare un sogno! Ma è invece una dolorosa realtà. In tali mani è caduto quel già sì grande, sì maestoso movimento italiano! A Livorno, come sa ognuno, incominciò la guerra contro i governi esistenti, contro le costituzioni; guerra di setta, di pochi contro i molli, d'una torbida minoriHt contr.o il vero po-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==