Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

"9 Abbiate almeno i\ coraggio di sentirvi dire queste parole, o Italiani; ho ben coraggio io eH pronnnciarlet La giovine Italia - che non è ormai più tanto giovine, e dovrebbe aver almeno il giudizio dell'età, quella setta fatale che nessuna espet·ienza potè mai ammaestrare, che mai volle darsi per vinta d ' intendersene poco, quantunque neppur una le riuscisse delle sue prove, e sempre s'ostinh a fare i suoi esperimenti sul capo d ' Italia, quasi su caput vile; la giovine Italia che mai pel passato conobbe il popolo italiano, non l'ha conosciuto ncppur questo volta, e gli è stata cagione di nuove sventure. Essa non vide, come dico, che avrebbe bisognato, potendo, mutare il ·popolo e non i principi, i ministri, gli ordini politici, e elle, fosse a neo l'i uscita a renderei tutti r~pubhlicani, ·saremmo stati poveri c fìacchi, ed ignoranti e cattivi repubblicani, come eravamo poveri_, fiacchi, ignoranti c cattivi costituzionali o regj. Essa non s'avvide di ciò, e levò quel famoso grido: « È finita la guerra de' regj, comincia la c< guer1·a de' popoli.» Grido che fu il più crudele di quanti scherni si potessero versare ancora sul capo della già troppo conculcata Italia. L'Europa rise di noi! eh è nulla muove più a riso dei vanti degli impotenti e degli incapaci. 8

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