Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

38 quello dell'antico ministero aristocratico; così ho detto uom e/w si guarda mezzo salvato , ed uscendo la sera giravo largo a' cani i e stavo preparato, ed in avviso per quello che potesse succedere. E allora mi veniva in mente che essendomi tutta la vita ingegnato di lavorare per la libet·Là, non potevo lagnarmi di. non esser riuscito nel- · rintenlo, poichè v'era persino la libct'là diJ picchiare chi nor1 la pensava come il ministero democratico ed i suoi amici. Del resto queste son cose di poco momento, e non voglio stare ad u[astidirvene pih oltre. Ilo parlato di me quel tnnto che era necessario, onde voi, miei elettori, sa peste che derrata avete per le mani. Ora parliamo delle cose pubbliche, sulle quali vi verrò esponendo certe mie idee; onde sempre più venia!c a conoscere come la pensi, e possiate giudicare se le mie opinioni quadrino colle vostre. Poid1è abbiarn parlato di democrazia, diciamo un po' due parole d'at·istocrazin, onde la questione sia veJ:.tta da tuili e due i lati. In ogni altro paese potrebbe dirsi un'anticaglia questa questione: ma in Piemonte no. Put' l roppo a guarda t· le cose si no i n fondo rn i p~H d~ vedt~r '-~ che sotto la questione politica ci sil sempre qutlla qnistione di classi e d'uomini , •

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