Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

56 favorevole alla morale pubblica. ed ngli uomini politici del giorno. Comunque sia , io credo che un uomo pui> rendere a sè stesso testimonianza di lealtà, senza ' esse t~ deU.o vantatore per questo. l\Ja d'nna cosa in un'altra mi lrovo aver mezzo smarrito i) primo proposito del mio discorso, quale era farvi conoscere in qu~l rn odo si fosse operata la mia metamorfosi, di li beral e in codino. Non credo però d'essere andato fuor di strada tanto quanto forse vi parrù a prima vista. Io enlrai a parlare de' chiassi di Roma, Livorno, Genova; delle Costituenti , de'ministeri democratici, della democrazia, del modo rl ' intcnderl a , d'intendere il pòpolo, d' intendere la liberU1, e poichè ho toccati tutti qnesli argo - menti vi trovo appnnto opportuni![• di tornare nel merito della causa del mio codini:;mo, ed anzi farne giudici voi stess i, el ettor i carissimi. Avete udite le mie opinioni sn que' pu nti che sono i pih controversi in questo momento. Ora - siate sinceri - vi par egli che il mio modo di giudicare sia quello d'un codino? d'un retrogrado? ct'un apostata della fede nazionale, della causa italiana? Non mi saprei mni persuadere che a tutte queste interrogazioni voleste rispondere con allreltanti sì. E credo invece che non lrovercte le mie opiaio:li poi tanto retrograde e codine.

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