Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

Nel giugno 1893,nella piazza principale di Licata, stavano riuniti numerosi mietitori accorsi da vari paesi, e i quali, non volendo lavorare circa quindici ore al giorno pel salario di 80 centesimi, piantarono su un bastone un cartello, con la scritta: L. 2. Era la loro richiesta, era il prezzo a meno del quale non pareva loro giusto di dover lavorare. Avvenne che, un mietitore avendo pattuito per suo conto un ealario più basso e un altro avendonelo redarguito, nacque un alterco tra quest'ultimo e un 'rizio che, come un libero-scambista della scuola di Manchester, proclamava la libertà. della prestazione d'opera. I carabinieri, tosto intervenuti, pigliando un granchio a secchio, agguantarono l'oscuro libero-scambista; la folla prese a gridare: « lascialo! lascialo! », i carabinieri fecero qualche· altro arresto, seguìto dallo stesso grido e da qualche sassata che non ferì anima viva. Allora il delegato di P. S. si lancia nella folla con lo stocco in mano, provocando i mietitori che sta,•ano queti e che l'avrebbero potuto stritolare coi suoi pochi gendarmi; poi, tutto tronfìo della sua spavalderia, stende un verbale all'autorità. giudiziaria nel quale, addebitando i fatti al Fascio, lo denunzia come associazione a delinquei·e e accusa un socio del vicino Fascio di Canicattì di aver tenuto discorsi rivoluzionari. La Camera di Consiglio scartò la pretesa associazione a delinquere e rinviò, per oltraggio alla pubblica forza e per attentato alla libertà del lavoro, avanti il Tribunale, il quale, con pronuncia 19 ottobre 1893, sentenziò che in quel tumulto, provocato dall'ingordigia dei borgesi - grossi proprietari di campagna - il Fascio non avea che vedere e l'assolvette; non senza notare nella sentenza come il famoso tribuno della rivoluzione sociale fosse un personaggio fantastico, non esistito che in mente del delegato. A Siculiana, il barone Agnello, a mostrare che senza bisogno d'assedio si può pigliare un paese per fame, ha introdotto, per la coltivazione delle sue estesissime vigne, il cottimo, detto staglio. Per lo staglio il lavoro delle vigne è affidato a pochi individui robustissimi, i quali, facendo la Bib. oteca Gino B,a.,co

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