Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

-22 - per l'attuazione del loro programma speciale, tendevano alla conquista dei pubblici poteri; ed uno dei loro caposaldi era la istituzione del Comune sociale, base della futura società. ed avviamento alla socializzazione dei servizi pubblici. Come primo esperimento delle loro forze, i Fasci meglio organizzati impegnarono la lotta nelle elezioni amministrative del 1893 e in taluni Comuni la loro scheda usci trionfante; in altri l'esito fu assai soddisfacente; meravigliosa, infine, l'elezione di Petrina e Noè al Consiglio municipale di Messina, ove il vecchio partito mazziniano, sentendo la necessità. dei tempi, si è già avvicinato al programma socialista, costituendo un'associazione repubblicano-collettivista con a capo l'ing. De Leo. Le inattese vittorie dei socialisti siciliani, frutto delle loro potenti organizzazioni proletarie, spaventarono il Governo e le consorterie locali, che giustamente temevano fra pochi anni l'invasione del partito operaio e nei consessi amministrativi e nel Parlamento. Ora, per le cricche municipali e provinciali, la perdita del potere sarebbe stata una sciagura irreparabile; perchè in Sicilia moltissimi individui vivono per l'influenza che hanno nelle amministrazioni; benchè sindaci o assessori, essi sono interessati negli appalti delle strade, dell'illuminazione, del dazio consumo, delle esattorie e tesorerie comunali. Nei bilanci sono creati posti o sussidi per i loro parenti; e così si è formata una fitta rete di loschi interessi, che, a guisa di piovra immane, succhia le risorse dei Comuni, delle provincie, delle opere pie. Cose che le varie ispezioni dei regi commissari hanno luminosamente provato. Le vittorie, quindi, dei socialisti avrebbero colpito al cuore le pretese maggioranze locali che, fiutando il pericolo, strillarono come le leggendarie oche del Campidoglio e si diedero un gran da fare, sollecitando provvedimenti urgenti dai loro deputati, i quali, miqacciati anch'essi nei propri feudi elettorali, dipinsero al Giolitti i Fasci come covi di malfattori, per la cui totale distruzione s'inviò alla fine il comm. Sensales. Di costui dovrò occuparmi un po' più in altro B b· nteca Gino B,a.,co

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