Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

- 16Conferenze; scuole; ricreazioni. Ma a ciò non dovevano arrestarsi gli organizzatori dei Fasci. A far meglio penetrare le nuove idee sociali e a preparare le lotte con la scheda, nei vasti locali dei sodalizi si tennero conferenze in dialetto e s'impiantarono scuole. Il signor l'iras-Lecca, ~ià prefetto di Girgenti, deponendo al 'l'ribunale d1 guerra di Palermo che i Fasci non ave1·ano scuole né intendevano fondarne, ha detto scientemente cosa non vera: non poteva egli infatti ignorare come (per limitarci alla provincia già da lui amministrata) lo stesso Fascio di Girgenti fece istanza al sindaco per· avere dei banchi ed un maestro; che il Fascio di Campobello chiese a questo Provveditore agli studi che desse facoltà a taluni maestri di quel Comune di dare l<Y.cionai suoi soci; Garofalo aveva aperto la scuola nel Fascio di Siculiana; e Castelli, in quello di Ribera, oltre insegnare a leggere e scrivere, spiegaYa ai soci il Codice penale. Questo povero Piras-Lecca, traslocato da Girgenti come inetto a mantenervi l'ordine (turbato infatti da mille reati), se ne volle rifare ca!unniando i Fasci. Ma passiamo. Con la propaganda ispirata a motti di Cristo, con le conferenze e con le scuole, i socialisti fecero contro il clericalismo e l'ignoranza in Sicilia quanto il Governo in trentatre anni non aveva neppure tentato; e della coscienza acquistata dai proletari diedero poi prova i Congressi. Né di ciò si contentaYano. Il teatro aperto da Bosco, le feste imaginate da De Felice e le fanfare miravano a svezzare gli operai dalle taverne e da anche peggiori ritrovi, allettandoli con ricreazioni educative. Che cosa possono vantare di simile i liberaloni del ,18e del 60, filantropi a ciancie? B1b·nteca Gino B1a'1co

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