Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

- ll - simulati di affitto - gabella - a lunga scadenza vendettero le proprietà a ricchi possidenti, i quali, pagando in una volta l'intet'O prezzo dei lotti, se li ebbero per un piatto di lenti. Le leggi del 2l agosto 1862 e del 15 agosto 1867 misero all'asta immobili che lo Stato aveva per ragioni propl'ie, o che ~li erano pervenuti dalla Cassa ecclesiastica e dalla soppressione delle Corporazioni religiose. Tali leggi, se, da un lato, non permettevano l'ammissione all'incanto se non di persone che avessero versato il decimo del prezzo dei lotti; dall'altro, davano diritto all'acquirente di pagare l'ammontare dell'aggiudicazione in lunghissime rate, sino a diciott'anni; beninteso che chi pagava con anticipazione otteneva una diminuzione del debito Tutto ciò naturalmente importava che, se i veri proletarii non potevano acquistare alcun lotto, i galantuomini - i signori - disponenti di poche migliaia di lire, potevano con pochi baiocchi comprarsi vastissime estensioni di terra. Nè è detto tutto: le persone più influenti o più temute si mettevano d'accordo e allontanavano gli altri concorrenti dall'asta, che o rimaneva con una sola offerta o andava deserta, e ciò onde ottenere diminuzione di prezzi negli incanti successivi; cose queste che ho voluto constatare leggendo molti verbali d'incanto e richiedendone a persone sulla cui sincerità non può nascere dubbio. Si aggiunga che le terre furono messe all'incanto sul prezzo risultante dal vecchio catasto borbonico, che tassava tenuemente gli immobili; e si comprenderà di leggieri quale immensa ricchezza fu arraffata con pochi denari. E la camorra non finisce qui, chè qualche volta dei campicelli erano rivenduti ai contadini al decuplo del prezzo d'incanto, sicuro il venditore che, o tosto o tardi, i poderi dovevano tornargli in mano per pochi centesimi. B1b·!'>tecaGino B1a'1co

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==