Melchiorre Missirini - La Cloe

si gitta quasi dall'opposta parte, e a se ritira le gam- 'he: ciocchè fa un raggroppamento del corpo molto difficile a rendersi, e spiegarsi nel marmo, della quale difficoltà lo Scultore ba trionfato co~ tanta maestria, e facilità, che quello avvolgersi delle membra in se stesse, che per mezzano artefice sarebbe stato componimento odioso, e for·zalo, qui prende un garbo, uno sviluppo, una leggiadria mirabile, e li presen ta la figura sotto cento aspetti tutti nuovi, tutti aggradevoli. Le gambe in quell' incomodo giacimento, hanno tuttavia una for·ma elegantissima, e spedita, sono animate da una vita, che palpita. Anche ne'piedi puoi vedere alcun segno del concepito timore, avvcgnachè sono lievemente rattratti per un principio convulso: e se la novità del pericolo non avesse afferrato le membra della donzella, dal puntare che essa !;, di un piede, crederesti, ch'essa volesse sorgere, e fuggire. Sopra che vengono in acconcio que' versi di Properzio: « Quo fugis? Al, deme11s! Nulla est fuga: 1!. licetusque « Ad Ta11aim fugias , usque requetur Amor. • Stolta a che fuggi ?Ahi fuggir cerchi in vano! • Al Tanai ancor ti aggiungerebbe amore. Che se pure ei ti aggiunge o pudica, candida come l'alba, rugiadosa come la primavera, a te auguro ch' ei ti sia non quel marino amore, che furio-

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