Il Conte di Cavour e l'Italia - 1859

23 nelle città dove meno che altrove potesse esser timore di sommosse popolari; breve, come l' Austr·ia assumesse a riguardo del Piemonte un'attitudine non rli difesa, ma di ve1·a Òffesa; onde che egli si credeva Ruto•·izzato a proclamare altamente, al cospetto de l I,arlamento, del paese, dell'Europa, che se vi fu provocazione, non fu per parte del Piemonte, e che anzi essa avvenne per pa1·te deWAustria. « Ma la p•·ova maggiore (riprendeva a lì non molto il conte di Cavom· nella tol'nata del Senato del 17 febbraio) che la nostra politica non fu provocatrice, si è che a mano a mano che questa politica veniva meglio conosciuta ed apprezzata nel resto d'Italia, man mano ch' essa ispirava fiducia, si è veduto iu Italia aechctarsi il partito rivoluzionario, scemar d' assai l'influenza degli uomini estremi. lo credo che questa sia pura verità incontrastata ed incontrastabile, e cred.o che uno degli effetti della ·po1itica seguìta per dieci anni dai ministri del re Vittorio Emanuele sia stata di riaccostare gl'Italiani all'opinione temperata nazionale. Se questa sia una provocazione, lascio al Senato il giudicarlo. Ma se la condotta del Piemonte non costituisce una vera provocazione nè verso l' Austl'ia, nè verso le altre provincie italiane, costituisce bensì una vera difficoltà ; conciossiachè sia molto difficile per t• Austria, lo dichia•·o franc'amente, molto difficile per gli Stati che seguono ciecamente la sua politica, il governare con un sistema poco nazionale e poco liberale accanto ad un paese che è governato liberalmente e nazionalmente. Queste difficoltà sono cagione di un antagonismo fra le politiche di quegli Stati e la nostra; quest'antagonismo ci condusse, alcuni anni or sono,

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