Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

Str. 4· Quest'età che helfarrla ogni palpito 47 Su l patibol d~>i calcoli afra nna . Str. 8. Disillusa snl primo mattino Tra~alisce sul gelirlo letto Col divor1,io nell'animo affranto. Str. IO••••• Si slanc-ia Agli Amor deviati, alla rabbia C;.~salinga, che più non tramonta, Ai rimorsi sepolti e risorti •• ,, Str. II. Una ad una sfogliasti le p ag ine Onde ardeva quell'alma feconda. _Str. 16. Ogni popolo è un'arpa; i connubj Son le corde dell'ampio strumento, o~cill a nti or di rabbia or di giuhbilo • •• l Non è nec-~>ssario il soggi ngnere osservazioni intorno a questi versi: bas ta il sa pert! che ci vengono d,d luogo dove è ~>penta del tutto la raz,za de' cattivi poeti . Se poi vnolsi vedere in prosa un morlello di lingua, di stile, di condott a vegga si la Nov.. lla inse• rita nel Figaro stesso del dì ~o Agosto I83.6. Ma ritornandn al giudizio che si fa d~>l Marchetti da Il' An t ore dd l' t\ rticolo, si pnò ragione voi mente argomentare chrl f.{llt'llo serittore, seconrlo le paro!!~ dt•l sno avversai· io, s i.~ uno di quella razza pigmea di poetonzoli, o d i q ne' veterllni invalidi della ptuto. relteria arcarlicaj o r·he povero di f,wtasia, di pensieri proprii, di tìlosofia, ignorante del vero fine a cui deve mirare o~ni genere di lett•!re, ricorra per neces>ità a rubdechiare qua e colù alcuni concetti, ad accoz?.are poch e fr.•sì senr.a movimento, senza calor, s~>nza vita, c-on ispide rime mitologiche, con scipiti versi d ' arnorJ, con caudati SO/letti p er nozze, /auree, monaca::Jon i non gonfi d 'altro che di f als i ço"cetti e di p etrarchesche scimmiotterie ecc. Sarebhe troppo faci(e al Chiari~sirno Sig. Ma rcl•et• ti il render di tutto qnesto buona ragione in contrario al suo critico; ma non vorrà v'e0 ir certarneqte a 'ginstifiear.ione sì bassa: sono pubbliche le scritture di lui; la~$ua fama è già divu!Qata per tuH<\

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