Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

39 compilarlo; e pei moderni, ai quali dice il Sig. Cantù essere inutili i Di zionarii, si consideri che la maggior parte delle parole usate da loro si troverà già definita e spiegata; per le nuove poi, o adoperate con nuovo significato ( le quali saranno pochissime io confronto delle prime ) o lo scrittore stesso ne darà la definizione, o la intenòe remo dall' uso che ne fanno i parlanti, nel qual caso riuscirebbe inutile anche il Vocabolario proposto dal Sig. Cantù. Credo poi che i Compilatori <li Vocabol a rii facciano r ettamente a non supplire in testa propria a lla man- , canza degli scrittori, perchè la nazione iutera non ha mai commesso a nessun uomo, a nessun consesso, a nessuna Accademia l'autorità nè il diritto di segnare a sua volontà• il valore alle parole, d' imprimer loro il significato, nè di giudicare qnal è la sola lingua che si possa e si deliba adoperare oggidì. La Nazione crede ai Vocabolaristi solo per ques to, che essi nel definire si attengono al senso che i migliori b .-m dato al le parole, e rife riscono esempi Ji tutte o quasi tutte le varietà, che gli scrittori han fatto ri cevere alle parole med~sime. E chi adopera il Dizionario ha libera la scelta di usare o non usare la voce, di cui non si ha a ncora l'autorità in iscritture tenute clas8iche da tntta la Nazione. Risguardo al confronto che l' Antore fa tra Fin~nze e Par· igi in quel che spetta alla lingua ( d ~: l che pa rla (Alle pagine 587, 590, 6o2 ), nel qual confronto vor rebbe che Firenze fo~se per noi quel che Parigi è pet· la Francia , alla mente d'ogni l ettore si offriranno ragioni per dovere t ener ciò impossibile. Nè oso dire parola intorno all'opinione dell'Autore che la prosa frarrcese ( p. 587 ) sia l a prosa migliore. Giudicherà di f{nesto chi conosce l e var ie l etterature d'Europa. I o riferirò solamente alcune opinioni di scrittori Francesi, le quali mi h an fdtto credere che sia stato di molto discapito anche alloro idioma l'aver seguito troppo l'uso dei parl~nti, e l'avere dimenticato i loro classici, modelli d& el eganza e di bellezza.

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