Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

.23 parlare al popolo si costringe a una doppia fatica, dovendoglisi far capire le cose e le parole. E se è vero, continua egli, che il bello della letteratura stia i n gran parte, se non anche tutto, nel ridestare il maggior numero di idee piace-voli, quante più non ce ne ridesteranno quelle parole) que' modi, il cui suono ci ferì bambini, ci ferì nelle circostanze più solenni e più gioconde della vita, che udimmo da l1thbra venerate e care? , OssE vAzioNE 1 Senza avvolgere il pensiero in varie pagine con pericolo che vi manchi la chiarezza, pare che sarebb e stato miglior consiglio l'indicare più semplicemente quei generi di cose, che in Italia rimangono ancora da essere esposti al popolo con lingua semplice e propria, con istile piano, con facilfl collegamento di idee, e con ordine conforme alla natura del pensiero) e al modo con cui le facoltà dell'intelletto si mettono in atto) invece di scagliarsi con troppa violenza contro gli scrittori che cercano con accuratezza di fa r acquistare alle loro carte bellezza, eleganza, proprietà, e si attengono alle regole già stabilite dai gramatici e dall'uso dei migliori. Molti già pensano col Sig. Cantù che la letteratura non debba sequestrarsi dai maneggi) che debba farsi sociale,popolare; ed è prova di questo il vedere aperto in tutte le provincie d'Italia un numero abbondante di scuole per l'istruzione universale dei maschi e delle fem~ mine , e i molti libri che da per tutto si stampano per ogni condizione di persone. La ragione principale che dovrebbe far mettere lamenti per risguardo alla letteratura dovrebb' essere, pare a me, il vedere che chi scrive per la gioventù e pel popolo ( pochi eccettuati ) non ha pratica della propri a 'l ingua, e, come dice l'Autore ad altro proposito, fa del suo scrivere un affare del caso) ed ha idee poco chiare e poco esatte; onde è poi costretto ad usare parole non proprie e non chiare, forme e costrutti non con.. facenti all'indole della lingua nostra. Che se si gi.q.,.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==