Giovanni Adorni - Intorno a un discorso del signor Cesare Cantù ...

ì8 to, e il colto e dignitoso linguaggio de' cinquecentisti, e nel tempo medesimo quello stile facile e disinvolto, che s ' acconviene al secolo in cui viviamo ,. Se i giovani seguissero questi consigli, potrebbero trarre grande utilità dalla lettura de i buoni scrittori, a qualunque secolo appartengano. Tutti però desidereranno di veder le proposte quistioni sciolte dal medesimo Sig. Cantù, e perchè si a fa tto palese il fine a cui mirano, e per la dottrina con cui egli saprà discuterle con onore di lui e con diletto dei molti che leggono le sue scritture. - - Pag. 3o r. , So che si voglion distinguere le lin- ' gue in ricche e povere: ma questa, che pur sembra così semplice, è una distinzione, a cui lo scarso mio intelletto mai non potè arrivare . ••• Ogni lingua sempre e di necessità è tanto ricca, quanto basta al suo bisogno ,. 0S8 É RVAZlO NE Sarebbe temerità se io volessi provarmi a cercare argomenti, coi quali l'Illustre Autore dovesse persuadersi che veramente vi sono ( come credono altri·) lingue ricche e povere. Domanderò solamente: Perchè nessun abitante di questa o di quella città & perito per fame, si potrà dire che ivi non sono nè ricchi nè poveri? e si potrà affermare che tutti hanno le cose necessarie al ben vivere? Siccome vi sono Nazioni ricche di pensieri e di idee pei molti progressi che fecero nelle scienze, e feconde di immagini; ed altre no; così si dirà ricca la lingua delle prime, se essa potrà con chiarezza, con p recisione, con proprietà, con abbondanza, con var ietà, secondo gli a rgomenti e le materie, esprimere quelle immagini e quei concetti. Al contrario si dirà povera quella che manca di alcnna delle accennate q ualità , e quella anche che è usa ta da N azioni prive di a rti e di scienze; poichè sebbene quest'ultima sia sufficiente ai biso-·

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