Camillo Berneri - Il lavoro attraente

11 - Io si.esso, osserva:ndo delle dattiJograJe &-1 lavcro, ho constatato che varie di esse presenta,·amo un •tic» .nervoso evid.enu:ment.e in ,rapporto con la noia o Ja fatica. L'atteggiamento degli OII)erai odierni d.i fronte al lavoro è stato oggetto di in,c.hic.,tc paa•ti,coJari. Da autcJlbiografie• di ope. rai raccolte da Adolf Levenstein (Berlino 1909), risulta l'avversione genc,rale degli operai verso il p,roµrio mestiere qua!lldo questo sia monotono. Un t.es.sitore ed un metallurgico esprimono una vera avven;iono pe1· il proprio lavoro. In i..;n'a,]Jtrainchiesta de!Jo 1>t<'ssoautore (Monaco 1912), l'avversion.e degli operni per il loro lavoro è ancora prn evidente. Un meccanico scrive: ; Quando suonano i ri.ntocclli delJa campana, io mi precipito come un pazzo a!Ja {Porta della frubibrrica». Un -tornitore: « E' terminato il lavoro. 'Jlutto in me si distende e si solleva. Vorrei lanciare urla di g.ioia ». Un al.tro operaio: • Debbo impormi di prendere ir.t.!rE>sseal mio lavoro, e pure mi è impossibile. Un altro: «\ Innanzi ad ogni nuovo giorno di lavoro sento crescermi denta·o un nuovo orrore. Io non posso imma,ginal'IIDi come ,sopporterò dieci ore di que..,to mart.irio »'. Un metallurg.ico: , Io non prendo nessun interesse aJ mio lavo110, e M nei giorni fesUvi scoJ·go i ,camini della faibibrica, sento come se mi si ricordasse qua,lohe cosa di sconveniente.» E questa orribile sentenza d-i un alta-o ryperaio: •Il lavoro non 'mi procura nessun piacere. Io vado al Jnvoro corr.e .rundr,ei aJJa morte» (paig_54). Un tessitore: « Puramente e sempli.cemente odio il mio lavoro». Arturo La.brioJa rias.s'llme così i risultati di quell'inte.i·e&- santiesima inchiesta: « Hanno risposto al cruestionario del nostro autore 1803 operai. Han.no detto di provar piacere al lavoro (ma spesso ,per ragioni accessorie al •lavoro o cli cairatt.ere peroonale): 307 int.errogati, cioè il 17 per cento; prornno ripugnanza. al lavoro o addirittura sdegno contro di esso: 1207 operai interrogati, cioè il 59,9 rr)er cento; si -son dichiarati indifferenti a!! lavoro (rpe.rabitudine, pcJ•chè è necessario, perohè non ci hanno .mai pensato): 308 persone, cioè i,l 17,1 per cemt.o; e 111011 hanno punto risposto aJla questione 161 individui cioè il 9 per cento. Insomma aaipena il 17 .Per cento diohiar~ di provare verament.e la gioia del lavoro. E se -poi sia sincera o meno, n=uno saprebbe dire. S-u!Ja questio.ne p1·emono r.icoro.i soo!,a,sti-ci e ,proverbi tradizionali (• l'ozio è il rpadre dei vizi», ecc.), ,che s,pi.ngono ad una risposi.a convenzionale. E grazie a questa tra.dLZ,ione,la monotonia uelle dsp0&ie negative è rotta. Se questa tradizione ma'llcasse, chi sa che cosa le riSIJ)oste darebhero; tuttavia è già UJna constatazione dfligente, che o.!ilre 1'80 per cento degli interrrogati o aibbiano ·r,ndazione Alf~d Le~ , VA B·anco B ., 1. t"'ca Gino 1 B1blloteca Gino Biane,o 10 10 e

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