Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

-- 55 come avrebbe voluto l' lmperator d'Austria ; non fece compilar codici perchè la legge non limitasse neppure in apparenza l' arbitrio ; dichiarò colpiti di bando coloro che, viaggiando, tocèassero il Piemonte; popolò le magistrature di docili esecutori delle sue volontà ; risuscitò i birri, gente uscita dalle gogne, dalle galere, e condannata per omicidii , per furti , per ogni delitto , con facoltà ad essi di attentare a piacere alla libertà dei cittadini : insomma incarnò concetti di tempi feroci nel mezzo del Secolo XIX ; sperò che l' ora della giustizia non suonasse mai; confidò che l'Europa potesse ingannarsi , che i popoli , vittime designate di tante sciagure , non alzerebbero la voce, tremando innanzi ai palchi , aUe palle, al bastone degli Austriaci. L'autore di queste opere, colui che nutriva simili speranze, è un cardinale di S. Chiesa; un uomo che nella serie dei ca tlivi ministri della Corte di Roma, conquistò forse il posto più luminoso ! Il primo ministro della Corte di Roma , dimenticando che egli doveva parlare in nome d' un Pontefice cioè con una parola che significasse dignità , rassegnazione, e fermezza , usò frasi da parere eccessive anche a Sonnino, patria sua, e dove, a quel che si dice, si parla con forme da taverne e da foreste. In falli in due brevi documenti troviamo che si discorre della nefanda ope1·a ed ardimento al tutto sacrilego di uomini empii , e della scellerata congiura e ribellione di faziosi operata da alcuni iniquissimi uomini con clandestine ed inique conventicole , con mene turpissime , con libelli frodolenti e calunniosi , e con moltissimi altri inganni ed arti perverse. Qui , interrompen~o questa litania , che sarà pur troppo lunga , dirò al signor cardinale che le congiure sono opera sempre di pochi individui , di una immensa

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