Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

- 3~,- cioè che i giuramenti leghino talmente il Pontefice , che egli non possa rinunziare in tutto o in parte al domini o temporale. Prima di ogni altra cosa sarebbP una teoria int.tualificabile, e più che assurda, che una dominazione temporale fosse immutabile perchè il Prin- ~·ipe ha giurato cbc trasme llercbbe quella signoria ai suoi successori? Quando l'esecuzione di un g·iuramcnto dipende da due , uno dci quali si è obbligato c l'altr o no , il giuramento stesso è nullo, portando ;n sò . J' impossibilità dell' adempimento. Se Carlo X o Luigi Filippo avessero giurato di trasmettere ai successori j l governo della Ji'rancia , questo loro fatto non potrebbe legare i Francesi ; i quali poco si curerebbero di sapere ciò che il monarca abbia o non abbia giurato. Gli abitanti delle provincie romane non hanno natura inferiore o diversa da quella dei Francesi; perchè nè il Vangelo, nè il dritto delle g·enti hanno stabilito ragioni c condizioni diverse fra gli uomini. La differenza deg·li ordinamenti nelle grandi famiglie sociali non stabili sce una diversità di dritti, ma solo esprime il mag·g·iore o minore progresso del relativo incivilimento; c quindi la conseguenza di quelle varie forme di govcmo che sono come l'immagine dello stato sociale dci diversi popoli. I cittadini degli Stati Romani sono affatto estranei ai giuramenti che possa aver fatto il Papa ; il Papa non è il padrone ma il supremo governatore del paese che amministra; e gli abitanti di esso possono accettare il suo governo se hanno ragione di esserne contenti, possono ripudiarlo e scegliernc un altro, se i governanti disconoscono i dritti, i bisogni dei gove~·nati, c non si piegano e modificano col pro- .grcdire, col trasformarsi del!a società. È poi non dirò strano, ma incredibile, che la corte , dì Roma abbia a fare cosi a fidanza con gli uom~m ,

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