Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

- 28potrà anche chiamarsi Regno d' .Etru1·ia. Di quest' ultimo è forse Roma chiamata ad essere la Capitale; c così lo slalo Romano si unirebbe con la Toscana nella nuova combinazione deg·li Stati Italiani : i quali con 11na federazione si procureranno poi il luogo che loro spetta fra le nazioni. Resta però questo, di meltere la Santa Sede in una condizione da non potere empire il mondo di rumom intorno alle usurpazioni fatte a suo carico. Il partito a trovare non è poi tanto difficile. Il regno delle Due Sicilie , per secoli ha pagato un tributo a s. Pietro , godendo della pienezza della sua autonomia. Il Re dell' Italia centrale , come atto d' ossequio , pagherà anch'esso in nome dello Stato una chinea o cosa simile , e riceverà per la prima volta una bolla di investitura da avere valore perpetuo. Così la Santa Sede non avrà rinunziato a nulla, ed avrà fatto ciò · che fece per molti secoli , concedendo con investiture terre e principati a individui, a famiglie, a popoli, e conservando in qualche modo la ragione di dritto. Così i giuramenti di conservare e trasmettere in tutto il retaggio della Chiesa sarebbero adempiuti, operando il Pontefice come operarono cento suoi predecessori ; così la Chiesa e l'Italia sarebbero sodisfattc , e il trono di s. Pietro rifulgcrebbe di gloria novella , e si riavvicincrebbc alla primitiva virtù che ne faceva la forza. E la Chiesa , affinchè non le tocchino terribili sciagure , dovrebbe correre volonterosa a simile concessione. U tempo delle monarchie patrimoniali è cessato, perchè esse ripugnano al buon senso, alla morale. I soli governi legittimi sono quelli che rappresentano la volontà nazionale, che ltanno la delegazione, e sono come l'emanazione della Socirlà. Nè la Chiesa nè le antiche dinastie hanno Q.ritto d'imporre la propria volontà , o la propria so-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==