Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

-- 27 - di due , abbia a trascurare quelli di centonovantotlo milioni. Il pontefice ha la missione di evangelizzare il mondo, di fare ogni opera per ridurlo all'ovile di Cristo: e potrebbe egli , in buona coscienza, dimenticare così sacri doveri , dedicando una parte grandissima del suo tempo alle finanze, alle armi, alle prigioni , alle leggi , a tutti i materiali. interessi dello Stato Romano , anzichè alle missioni, ai vescovali, ai militanti della Chiesa universale per la sua ·gloria , per la sua estensione ? Potrebbe egli rispondere , chiamando Dio in testimonio, che gli affari della Chiesa son pochi, e che si può provvedere con eguale facilità aJla Chiesa e allo Stato? N ò , il tempo conceduto alJo Stato, è un furto fatto alla Chiesa; c il governo spirituale di duecento milioni di uomini , c il concetto espansivo c di propaganda che ha la Chiesa sui rimanenti ottocento milioni che debbono ancora essere conquistati al vangelo , non può lasciare all' uomo designato da Dio a tenere il timone del cristianesimo un solo minuto di tempo per gli interessi della terra. Si può rispondere, si può gridar l'anatema ad un laico che discorre del Papa , della religione , della Chiesa, ma non si possono confutare argomenti invincibili , perchè la Yerità è una , e viene da Dio. Cessato il dominio temporale della Santa Sede, lo Stato Romano entrerebbe naturalmente a far parte dei nuovo ordinamento della penisola. Oramai l'Europa sa che se gli Italiani dovessero essere arbitri dei propri destini, direbbero- Italia una, e Vittorio Emanuele suo capo. - Ma siccome la diplomazia e i gabinetti non seèondano sempre il voto dei popoli, così questo voto uni versale rimarrà forse sterile ; e facilmente avremo un Regno dell'Alta Italia, un Regno delle Due Sicilie, un Regno dell'Italia Centrale , che

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