Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

-22una bestemmia questa supposta necessità, contro la quale stanno le dottrine e la storia della Chiesa, non è da meravigliarsi se deplorano di vedcrla convertita in una teoria dciJa Curia Uomana ! Se gli apostoli, se i santi padri potessero risorgere ed udire così strani propositi, coprirebbero la fronte, e piangerebbero sulle sventure della Chiesa l Legga il cardinale Antonclli la lettera di s. Bernardo a papa Eugenio : ve n'è una hella traduzione. Il Papa è Vescovo di Roma; ma v' hanno anche quelli del mondo cattolico. La teoria d' un temporale dominio per il primo, dovrebbe allargarsi ai secondi. Esercitano essi ugualmente l'autorità ed hanno la giurisdizione spirituale; c l' invocata sessione del concilio di Trento è applicabile a tutte le chiese, a tutto l'episcopato. Quindi, secondo ]a dottrina della Curia Romana, i Vescovi dovrebbero essere altrettanti principi regnanti , perchè i popoli potessero non dubitare che agiscono nella pienezza della propria libertà. Peccato che ai tempi di Pietro Lcopoldo, c di Giuseppe non fosse così ; chè allora , invece delle leggi leopoldine e giuseppine ( che fecero la gloria dei due principi di Lorcna )' il mondo avrebbe veduto questi due signori consegnati al S. Uffizio per lo spettacolo di un auto da {è. Pure i Vescovi non sono principi , ubbidiscono , come gli altri sudditi , alle leggi del paese ovc hanno sede , esercitano ii loro ministero, convocano i sinodi , e i concilii provinciali, e quando non sono cattivi cittadini e faziosi , tutto procede tranquillamente e gli abitanti delle loro diocesi non pensano mai che la mancanza d' un r egno sia prova che gli statuti diocesani abbiano l' impronta della coazione; essendo noto a- tutto il cattolicismo che i Vescovi c il Vescovo dei Vescovi debbono sempre soddisfare (quando si lralta di religione ) , al dovere, o a ciò che stimano il loro dovere: e che quando la bru- '

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