Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

- 18auzichè essere di dritto ecclesiastico, è d.i dritto puhblico universale , e perciò fuori di tutte le attribuzioni di un Concilio ecumenico. E tanto più è da fare le meraviglie di queslo, in quantochè nel 18lc-9 la curia r omana commise lo stesso errore. Suppose allora che i popoli dello stato romano non potessero nominare .i mcmhr.i per un'assemblea costituente, che non esistesse nel dirillo eterno una sovranità nazionale dalla quale deve emanare ogni sovrana rappresentanza, che i ci Uadini delle provincie romane non potessero con libertà ' d' arbitrio provvedere al proprio g·ovcrno : e quindi proclamò che incorrerebbero nella scomunica maggiore lulli quelli che voterebbero nei comizi, a forma del decreto lridentino nella vcntiduesima sessione, capitolo undccimo, citato ancor oggi. Ma che? Gli abitatori cattolici dello stato romano disconobbero la dichiarazione pontificia , videro che si abusava ingiustamente del nome della religione per ragioni umane , e che il Conci lio di Trento non aveva mai detto ciò che il cardinale Antonelli voleva fargli dire. Una moltitudine si recò aJle elezioni , cd il vescovo di Rieti , primo fra i suoi concilladi ni, mise il voto sull'urna. Furono duccentocinquantasettemi la cittadini ( ciascuno dei quali appe:trteneva ad una famiglia) , che disprezzarono l'avviso , convinti di adempire un dovere , sicuri che la patola del pontefice non era in quel momento ispirata da Dio, nè rispondente ad un concetto di giustizia. Con questo fatto il cardinale Antonclli fu reo di avere dato al mondo la prova ufficiale che la quasi totalità dei cittadini dello Stato Uomano disprezza le censure della Chiesa, quando sono mezzo di abuso, di ingiustizia , di disordine , quando sono mal celato pretesto per dominare , per soddisfare ambizioni di terrene grandezze , non per maggwr gloria di Dio.

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