Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

- 14La prima cosa che ci corre il debito di mettere in evidenza è il fatto della scomunica , che il papa dichiara francamente essere stata incorsa da coloro che hanno atten tato alla sua sovranità temporale. Qui è mestieri osservare che non è il papa che lancia una scomunica , ma che asserisce , nella ventiduesima sessione (capo Xl ) del Concilio di Trento essersi deciso che la scomunica maggiore si incorre ipso facto ( immediatamente) da coloro che impugnano , osteggiano , o concorrono a togliere al papa la sua sovranità temporale. Per buona sorte però l'asserzione di Sua Santità non ha a suo favore la prova irrecusabile del fatto , ma ha anzi contro di sè l'invocato paragrafo del concilio tridentino. Esso non ha mestieri d' interpetrazione , e parla lucidamente per se stesso. Lo diamo nel testo originale , e nella traduzione ufficiale fattane in altri tempi dal Soldati , segTetario della Congregazione dell' Indice perchè ciascuno possa giudicarne (1). ('l ) Si quero clcricorum vel laicorum , quacumque is dignitate, e tiam imperiali aut regali , praefulgeat, in tantum malorum omnium radix cupiditas occupaverit , ut alicuius ecclesiae, seu cuius·; is saecularis vel regularis beneficii , montium pietatis , aliorumque piorum locorum iuri sdictiones, bona , census ac iura, etiam feudalia et emphyteuti ca, fructus, emolumenta , seu quascumque obventiones, quae in ministrorum et pauperum necessitates com-erti debent, per se vel alios vi vel timore incusso, seu etiam per suppositas personas clericorum aut laicorum, seu quacunque arte aut quocunque quaesito colore in proprios usus convertere, illosque usurpare praesumpserit , seu imped ire , ne ab iis , ad quos iure pertinent, percipiantur ; is analhemati tamdiu subiaceat, quamdiu iurisdictiones, bona , res, 1ura, fructus et reditus, quos occupaverit, vel qui aù eum quomodocunque, etiam ex donatione suppositae personae , pervcnerint , ecclesiae eiusque administratori sive beneficiato integre restiluerit, ac deinde a Romano Pontefice absolutionem

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