L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

- 5tmai il Mazzini della Repubblica a Roma e a ~'irenze, usciva allora dai suoi tabernacoli e ascendeva coi littori dei circoli al Campidoglio per render grazie agli Dei. se. Il Senato e la Camera se ne accorsero; seppero che gravi tumulti si preparavano se non l' approvassero , e fatta alcune riserve, la passarono davvero. Il Deputato Lambruschini però nella memorabile seduta del 23 gennaio ebbe il coraggio di fare un' interrogazione moHo signifi· cante: neUa indeterminatezza, egli disse , della formula della legge diamo noi ai Deputati futuri della costituente italiana la facoltà d'annullare l' autonomia degli stati , di dichiarare che la Toscana non è più. r.he LIWPOLDO II non regna più sulla Toscana? questa dimanda ci siamo fatte e ciascuno ha risposto nella sua coscienza e noi abbiamo nella coscienza nostra creduto che i giuramenti presi c'impedissero di dir di sì. Il Guerrazzi dopo aver chiamata questa osservazione col nome di insinuazione perfida, dichiara che la legge sulld Costituente non è un insidid all'esistenza del principe e del Principato. Noi (egli dice) non siamo traditori! i traditori non si trovano nelle filn del popolo! Il ministero ha sentito che il popolo avrebbe pagato di generosità tEOPOLDO II; il mini· stero ha sentito ed è persuaso che l'ora della Repubblica per l'Italia non è suonata, che l'Italia debba conservare la forma della monarchia costituzionale, che niuoa altro principe d' Italia meritasse più eli LEOPOLDO II la corona dal libero consentimento dei popoli. Queste solenni parole pronunziava il Guerrazzi in faccia alla Camera, e pochi giorni dopo costringeva co' suoi Colleghi l' ottimo principe a lasciare il suo asilo di Siena; e mentre cou una mano scriveva una protesta all'Europa che era innocente di quella fuga, accennava coll' altra a' suoi livornesi che lo i.nsrguisssero e lo cacciassero come nemico

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==