L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-- 40 - sostanza più che all'apparenza prese per se H ministero dell'interno. Quando ebbe nelle mant il potere ad altro non pensò più che a manteoerselo e come suole adoperò io questo quella medesima perseveranza che aveva impiegato per acquistarselo. Nel timore che i suoi .satelliti non adoprassero contro di lui gl'intrighi medesimi appresi alla sua scuola, il nuovo mi - nistro appena intese rumoreggiare un tumulto indirizzò agl' Impresarii un procrama d' uu laeonismo famoso. Ordine, ordine, ordine: se no chi rompe paga. (13) I Livornesi intesero il gergo, e, almeno per allora si tacquero. Certo, se il governo provvisorio succeduto al Granduca si è retto anche per poro tempo, ciò devè all' energi:l di quell' Uo1no. Ultimamente era riuscito a liberarsi da un circolo nazionale. ri trovo di demagoghi sul taglio di quel di Roma che voleva farla da tiranno ed imporre ogni suo volere al Governo. Il Guerrazzi che ne sapeva più di tutti seppe a poco a poco dividerli ; e quando gli parvfl! tempo da ciò. si è voltato alla guardia nazionale e col soccorso di (13) La tattica de1 Guerrazzi co' Livornesi fu quella comune a tutli gli agitatori: prometter tulto a' suoi p:tr· tigiani, purchè mettano il campo a t•umo.re. Anche quando credono prudenziale di minacciare i sollevati flutti come Nettuno nell' Eneadi, lo fanno a fior di labbra strmgendo l' occhio ai comp:tri che intendono il gergo, e si acquetano per ricominciare il chiasso quando bisogna. I moderati si contentano di quella tregua, s' ad.. dormentan di nuovo e Jascian fare. É questa la prudenza e la tattica dei moderati.

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