L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-36Nonostante non era facile che il Guerrazzi co' suoi Livornesi riescisse come poi riuscì a farsi nominare ministro dal buon Leopoldo. Gli bisognava Utl uomo che gli aprisse la strada e quest'uomo fu Mootanelli. (11) Meglio era per lui alludere alla sua prigionia di Portoferraio e pensò pungere in questo modo l'antico ministro, il Ridolfi deputato dimandò la parola e coi'l nobile calma sclamò. )) Nell' Assemblea di Franeia un deputato stato fatto prigioniero politico sotto il celebre Ministro Thiers, ne fece allusione alla Camera presente lui stesso: questi prese la parola per un fatto personale e ottenulala disse: Voi non foste pri· gion ie ro mio, ma derla legge >). Queste nobiJi parole non eran rivolte solo al Guerrazzi, ma al suo collega Montanel! i che nel tumulto livornese del Gennaio antecedente aveva consigliato il Ridolfi med~simo a procedere con tutto il rigor della legge, e schiacciare con un colpo risoluto la scellerata fazione. (11 ) Il Montanelli Cattolico, Giobertiano. nemico della Giovine ItaLia e del Mazzini non poteva tr<'varsi d'accordo col Gucrrazzi che fin dal principio avversò il moto italiano col papa alla testa ed i principi ; che chiamò guardia pretoriana la guardia <'ivica se non avesse a difendere le istituzioni; e date le istituzioni, le più larghe che si potessero mai sperare, le combattè con un' opposizione sistematica per comprometterne r esistenza e finalmrnte distruggerle. Il Montanelli aveva attaccato di fronte il Gnerrazzi nei moti di Livorno, sostenendo il Governo in ogni occasione colla parola e cogli scritti. Partito col battaglione universitario, poi abbandon<~tolo, si recò in Lombardia e si accostò in Milano ai più caldi unitarii. Di quì cominciò la sua apostasia politica. Ritornato in Toscana coll ' aureola del martire ùell a libertà poteva esercitare

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