L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-26applaudivano alle sue parole apponendole alle. stramberie del Mazzini. E Mazzini intanto ba messo un piede sul collo a questa gran maggioranza a Roma e in Toscana, e po('o è mancato che non abbia fatto il medesimo anche in Piemonte. E s'avverta bene che questa gran maggioranza aveva Je redini del potere, era padrona delle assemblee, aveva la forza del numero e della leg~llità. Come ha dunque potuto ad un tratto transigere col nemico e sparire dall'arena quasi senza combattimento? Dov'erano questi scrittori animosi e quei puhblic sti che avevano fino a quel tempo sostenuto con tanto accordo l' opinion pubblica ? Dov'erano allora i maestri fino a quel tempo sì VPnerati della scuola liberale? Per qual fatalità dopo l'armistizio Salasco eransi operate tante scissùre ed ogni città addivenuta una Babele? Abbiamo mostrato l' Azeglio alle prese colla Giovine Italia. Era rimasto presso che solo alla lotta. Tra i suoi amici politici alcuni erano stati in ufficio, ed appena usciti cercavano, come Cicerone, otium cum dignitate o piuttosto una dispettosa inazi'lne. Altri scontenti della guerra sospesa e della questione dell'indipendenza aggiornata, si accostavano a poco a poco a quelli fra gli esaltati che accusavano con accanimtmto instancabile la fiacchezza dei governi e gridavano a piene canne che la guerra si riprendesse. Gioberti per colmo di disgrazia s· i m.. brancò con costoro. Gioberti ha commesso in quel tempo Ull gravis.simo errore. Noi lo diciamo tanto piit

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