L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-ttdevaoo i priocipii nel concedere le desiderate riforme: volevano uscir dalla via pacifica tracciata da) Gioberti esule illustre per gl'Italiani, pre~ dicata con tanto successo a Roma da Massimo Azeglio. Crederono gli sr.oo~igliaii trovar un appoggio nelle moltitudini colle dimostrazioni in piazza. (2) Bisogna dicevan essi, spingere da una parte il Governo e d~r voce più piena e più terribile all'opinion pubblica: forli slimoli si richiedevano per muovere le popolazioni inerti, e da tre secoli addormentate, se pur volevansi armar contro l'Austria ed accendere in loro la sacra fiamma di patria e di libertà. Citarono l'esempio dell' fnghilterr<~, i $UOi meetings popolosissimi e le grandi raguoale per l ~ vie e per le piazze: e non vedevano che, se queste dimostrazioni erano credule pericolose in quella :;ocietà anglo-sassone naturalmente devota an· ordine ed al governo, pericolosissime dovevano riuscirH fra popoli per tempra meridionale eccessivi, i quali dal loro torpore di secoli potevano passare ad (2) Contro le opinioni rl e1 Balbo nelle sue lettere politiche , il Mazzin i approva le dimostrazioni in piazza , anzi le vuole per drr.re al popolo il sentimento della sua forza e renderla esi(Jentc. Sono parole del Mazzini medesimo tolle d,.ll'i!!lruzione politica che dava ai suoi emissari in Italia sulla fine del 1846. Quell'istruzione pubblicata dall'Osservatore di Ginevra, poi dal Conciliatore (Anno 2. n. 23) racchiude massime sovversive; e mosse ad indegnazione tutti gli animi onesti. Dicesi che i Ge· suiti se ne preval essero molto bene per spaventare Pio IX dipingendo tulli i liberali più o meno imbevuti di quell e massime mazziniane.

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