Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

57 uc gridata imprudente da tutti ; I!Ja i valorosi non soffrono ritegno. Ln caserma è assalita colla solita violenza, difesa con disperato furore; ma . con tro l' urlo del popolo risorgente , più non valguno le turpi frodi del la dominazione che si sfascia ;. si può dire che uoi a pugni riuscimmo a cacciar via la tremenda falange di Haùetsky. Poco dopo anche l'ospitale militare fu in ma no del popolo, che rispcuò gelosamente i 54, ferili austriaci che v'erano raccolti, c che per ]>ella umanità del loro capo stavano, da quattro giorni, senza nutrimento di sorta. Venne disarlllato un corpo di guardie di polizia che vi si era nascosto. Non passava un'ora che anche la caserma della cnva ll cria di San Viuor Grande veniva ad accrcsc<'rc il numero dc' nostri trionfi . Ormai ncssuu timore più c' invadeva fu01· quello dd homLanlamcnto che il Radctsky non ci avrebbe nel suo furore risparmiato, se fortuna non avesse voluto che r es tasse molto sguarnito di bombe. Ciò noi ignoravamo, ma nou ne erano atlcrriti che i poch i spiriti deboli, vera tortura in una città cd in 1;,un ig lic che si sentivaIl O forti c pronte anche all' ullimo dc' sagrifìci pc! trofeo dcHa patria. Avevamo dunque preparato acqua negli appartamenti c alle harriqtc, con quella sollecitud ine con cui avevamo, pochi g iorni prima, appro11Lati i sassi, i ceppi c tulti i

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