Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

5'3 furiosamC' nte il cannone, che una palla partita di là, portò u11 bel pe.zzo lontano la tes ta di uno studente Chiapponi che trovavasi di fronte al palazzo Annoni. Parve utile fingere un attacco alla porta Honwna e ripiegar poi d'un colpo sull a porta Tosa, come quella che presentava sempre magg ior vrobabilità cl' essere aperta. Ma la guerra · d~l Sf~ ntirn cnto era già divenuta anche guena di ab ilità consumata ; il combattere in un luogo non impediva si combattesse in più altri; c così la città andava sempre più allargando il raggio della sua indipendenza. La piazza de' Mercanti , il Duomo e il Broletto erano tutt' atl:1tto liberi; nè restava ormai entro il circuito dd naviglio che la casa di Radetsky, la caserma di san f rancesco, vasta poco meno del Castello, lo spedal militare di sant' Ambrogio, e il Generai Comando Militare. Coraggio dunque! La legione nos tra sco rnpartitasi in varie di visioni, a volontà eleggeva fra le diverse incombenze, ·in tanto che Milano continuava a scavar fossati e levare trincee per salvarsi da1la minacciata invasione militare. Si erano stabilite varie case pei feriti in diversi quartieri della città , dove erano medici e chirurghi pronti sempre all'opera loro. Qual cusa più commovente che la sollecitudine con < IJc v. li ~e rniati vrnivnno Jaccolli ·; c1uantc si - , "

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