Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

37 un bargello scoperse il segreto. A rreslalo, si ebbe tluopo di tutta la forza della persuasione per s:1lvarlo dal .la turba che voleva sbranado. Uiurhiuso, poco dopo la sua cattura , dicouo tentasse strozzarsi; impegnala la parola di autorevoli p<:rsoue, che gli sarebbe risparmiato il patibolo , ~'gli diede la sua , che avrebbe risparmiato il s11icidio. Bene a peggior sorte erano i nostri poveri fratelli riuchiusi c afràmali nel pal~zzo del h \luIIÌC!palità. Tanto pitt dopo che Hadetzky ordinò lùssero tradotti in castello. Posti fra due file di soldati, attraversarono di uottc tempo la città ; gli accompagnatori vomitavauo loro addosso. ogni insulto , li batleva no con pugni , con urti , col calcio del fu cile , lìnchè tra ingiurie e violenze furono ricevuti al castcJio e cacciati in varii camerotti senza uutrimento , seuza letto, senza ucmmeno paglia , senza riparo daJlc pioggie. Uno dei così bistrattati era il dell'gato Bellati, assunto alla direzione della nuova poli1.ia . (;li fn dnnrrue destinato un al)ile cd onestissimo. aggiunto Giovanni Grasselli, figlio e fratello d'altri impiegati della cadtJta poli·lia, vere antitesi di quanti ]oro colleghi abbiauo nominato finora. Onore a questi due, che sfidando Ja coiJcra di Torrl'saui c di Bolza, seppero sempre t(:ucrsi puri iu cjucJia gcucralc corruzione. 4

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