Salvatore Barzilai - Contro la Triplice alleanza

- 25 Nel conflitto europeo'- (Dal « Messaggero n di Roma, 2 ottobre 1914 ). Le aspirazioni nazionali sulle regioni italiane, che il trattato del 1866 inchiodava al dominio straniero, furono convenute per opera di Governo, ed anche per rassegnazione di popolo, innanzi alla prospettiva di rompere violentemente i patti della alleanza, di scatenare in Europa la grande conflagrazione. E questa indefessa prudenza nazionale fu opposta a tutta la politica austro-ungherese, che durante tanti anni di vita di un patto inaugurato con la non restituzione della visita reale di Vienna, parve cospirante a fecondare i ricordi del passato, a tener desti i dormismti, ad insegpare le fatalità del destino nazionale agli immemori. Ma oggi che l'immane conflitto è scoppiato per meditata volontà degli antichi alleati, oggi che l'alleanza si svuota, per fatto loro, di ogni contenuto effettivo, e diventa davvero un brandello di carta destinato a figurare nel museo delle delusioni italiane, invano si cercherebbe con tattiche ingenue cancellare la storia recente, precludere alla coscienza italiana la visione intiera del problema nazionale, che, se non fosse risolto durante questa guerra, resterebbe senza fallo insoluto per sempre. I nomi delle città sorelle messi in bando, ritornano e ricordano: che se un'Austria vinta ci farebbe assistere al pericolo inaudito di una successione· slava o tedesca in loro e nostro danno, un'Austria vittoriosa, dopo la sapiente tregua dissimulatrice del periodo di guerra, fatalmente ci darebbe lo spettacolo delle inasprite minacce, delle rinnovate persecuzioni, portate sino alla cancellazione della loro italianità. L'astensione passiva non potrà essere schermo sufficiente e proporzionato a tutto questo. Solo l'azione salverà l'Italia dall'irreparabile danno alle sue fortune, alle sorti dei fratelli disgiunti che lungamente fidarono in essa. (Dal discorso del 26 novembre 1914 a Milano). Ma badate, o cittadini, è formidabile il problema che gli avvenimenti hanno restituito alla ribalta della nostra vita nazionale. ff blloteca Gino Bianco

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