Mario Alberti - il tornaconto della nostra guerra

- 25 - vantaggi del nostro intervento. Il quale ne ha altri e di rilievo ancora di gran lunga maggiore, come per esempio : la posizione internazionale d'Italia nel giuoco delle al- .Jeanze e degli ,11ccordi,la ragione suprema di sicuri confini naturali, l'integrità della patria, il rinvigorimento e l'elevazione del sentimento nazionale all'interno e del prestigio dell 'I talia all'estero ecc., ecc. In ordint alla giace~a geografica dei varii nostri interessi, i benefici che dalla guerra nazionale si dovrebbero poter ricavare si suddividono in quattro gruppi : adriatici, balcanici, mediterranei, coloniali. Il lato economico-utilitario del conseguimento dell'unità nazionale mediante l'annessione del Trentino,· della Venezia Giulia, di Fiume e della Dalmazia è tutt'altro che esiguo, dappoichè, a parte l'utile inestimabile delle sicure frontitre, ci sarebbero il notevole incremento della ricchezza nazionale privata, l 'apertura di nuovi sbocchi importanti alle produzioni italiane nelle regioni annesse, l'acquisizione dello strumento delle esportazioni levantine del blocco economico austro-germanico (Trieste) per adibirlo ai bisogni dell'espansione economica italiana nel bacino orientale del Mediterraneo, il rinvigorimento della marina mercantile nazionale grazie alla fusione con le flotte commerciali di Trieste e di Fiume, il conseguimento della piena libertà di commercio e di navigazione nell'Adriatico, ora in balì a dei possessori stranieri della costa orientale ( 1). Questi vantaggi economici della reintegrazione della Patria nei suoi naturali (I) Nell'Adriatico non si può navigare senza il possesso della costa dalmata, lungo la quale devono tenersi i battelli che salgono e che scendono, perchè soltanto la costa orientale offre possibliità di rifugio in caso di maltempo (mentre la costa occidentale, sabbiosa e senza. insenature, condanna le navi che le si avvicinano al naufragio o all'arrenamento), perchè essa ha un cielo più chiaro, correnti marine e venti più favorevoli. Non c'è libertà di commercio e quindi vita indipendente per chi non possiede la costa dalmata. Sopra tutto nei tempi gravi, il possesso italiano della costa dalmata è imprescindibilmente indispensabile, se non si vuole che tutta la costa occidentale dell'Adriatico pesi come un corpo morto sulla parte mediterranea, congestionandone i punti di transito (come è avvenuto durante la presente guerra) e determinando un profondo malessere in tutte le città marinare, da Venezia a Bari. E' la libertà della navigazione e dei commerci marittimi dell'Italia occidentale che conviene una buona volta raggiungere e definitivamente instaurare ed assicurare. B,bhoteca Gino Bianco

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