Mario Alberti - il tornaconto della nostra guerra

- 11 - Laposizioneeconomicad'I• talia in caso di partecipazioneal conflitto. Dalla guerra della sestuplice contro la dup!ice - o meglio, anzi, della duplice contro la sestuplice - l'economia italiana ha già avuto i massimi danni : l'indice sintetico che il Mortara accuratamente calcola per il Giornale degli economisti, lo accusa visibilmente. Nella sua essenza, il malessere economico che oggi sentiamo in Italia, nonostante la neutralità, è dovuto al fatto: che l'economia del paese, da internàzionale. qual'è in tempi normaìi, fu costretta a trasformarsi in preponderantemente nazionale, cioè in un'economia molto più ristretta. E diverrebbe totalmente nazional~, nel giorno in cui l'Italia fosse da ogni parte bloccata, come lo so1-10,quasi del tutto la Germania e l'Austria-Ungheria. La persistente neutralità non potrebbe mutare per nulla in meglio (ed anzi per varie ragioni, come fu dimostrato, modificherebbe in peggio) la situazione economica presente d'Italia, per il fatto semplicissimo che il ristagno ed il regresso sono strettamente dipendenti dalle condizioni dell'economia mondiale, la quale, per effetto della guerra, si è scissa in tante economie particolari più o meno chiuse e che non subirà radicale mutamento se non dopo liquidato l'immane conflitto. Se, invece, l'Italia partecipasse alla guerra, due sarebbero - e ben distinte - le eventualità economiche e politiche insieme : o con la Triplice austro-turco-germanica o con la sestuplice. Il partecipare al conflitto dalla parte degl 'imperi centrali equivarrebbe - a parte l'antitesi degl'interessi politici e delle aspirazioni nazionali - a mettersi nelle condizioni economiche dell'AustriaUngheria e della Germania, ossia di due Stati quasi totalmente isolati, bloccati. Il mettersi accarato alla sestuplice significherebbe, su per giù, mantenere invariate, durante B blioteca Gino Bianco

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