Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

3t36 PENSlERO E Vl>L01\TTA' altra forma, dovevano indubitatamente rinascere : la soli,dità di un edificio non soffre se, conseryando le fondamenta e I.e mura 1naestre, vi studiate solo a mutare gli scompartimenti. La unità anch',essa divenne tirannicle, usurpazione, . privilegio: l'eguaglianza civile un'amara derisione, perchè la miseria dei più assicurava al ricco quei privilegi che la ,legg,e av,eva aboliti.•. Eglino (i don1inatori) furono costretti ad usare la forza per sostenersi; la liber.tà sparì. .. » (pag. 87 e 88). D,ei due volumi dei « Saggi » anoora sconosciuti o quasi in Italia, il primo è certamente il più importante; e per ciò io mi sono diffuso più che altro su di esso. II second101, invece, - Dell) Arte Bellica in Italia, se può avere una sua importanza speciale p~r i cultori -dell'arte militar,e, per noi -e ,per la maggior parte del pubblico profano a tali genere di studi è il men-o interessante. Ed anche per gli studiosi delle scuole milita,ri, l'i.nrteresse ch'esso può avere è quasi esclusivamente storico e documentario, - perchè dal 1850, purtroppo, l'arte del reciiproco massacro• hia fatto tali orrendi progressi, cosl mostruose e imor,evidibili nuove scoperte si ·sono fatte di ordegni, esplosivi e 1nezzi di ogni sorta ·di distruzione, ch,e tutta o quasi le teorie di circa un seco10i fa ne sono state sconvolte e superate. Più lungamente ancora della storia civile, riassunta nel volume precedente, in questo secondo volume Carlo Pisaca.nie tracci,a tutt:a la evoluzione dell'arte militare italiana d.ai tempi dei Romani, -e prima ancora, fino al 1850. Tu:tte le guerre e battaglie combattute in Ita.lia sono passate in rassegna attraverso i tre evi ~rntico, medioevale e moderno. Chi si chiedesse come mai Carlo Pisacane ' rivoluzionario e socialista, dedicasse tanto tempo e lav1~0 intorno ad un argomento da .cui narrebbe av,esse dovuto rifuggire, deve tener conto di due circostanze, soggettiva l'unia e obiettiva l'altra. Carlo Pisacan•e, di nascita 1aristocratica com,e Duca di S. G~oi\T.anni,era stato fin da ragazzo allevato al mestiere delle armi nel colle· gio militare della Nunziatella a K apoli; e in .quegli studi primeggiò. Fu ufficia 1 e niell' ari11a del Genio n·ell' esercito delle Due Sicilie, 1Joi sottotenente niella s~zione Straniera francese in Algeria; nel 1848 fu capitano nella guerra contro l'Austria ~ nell esercito Piemontese, e nel 1849 colonn,elrlo della Repubblica Romana e uno dei capi della difesa. Niente di più naBibliotecaGino Bianco · turale, quindi, ch'egli si diffondesse parecchio intorno ad un argomento, a studia.re il quale i.n, :teoria e in pratica si era particol1arn1ente specializzato. Piuttosto vi sarebbe da meravigl~arsi del contrario◊: come cioè un uomo, per nascita, educazione e lungo -esercizio del coman,do oosì lontano dial popolo soggetto, abbi1a potuto sposare ccn tanto ardore la ca.usa di questo, fino a prècorrere di tan,to 1 tempi suoi, da ,essere nel tem-po stesso indomito rivoluzionario nell'azione e pensatore a,rditissimo socialista ed anarchico. F,orse fu. l'amore, questo sentimento 1rreducibil111ente anarchico che tante rivolte s.uscita fra gli uomini, che mise sulla via della rivolb:ii anche l'ex paggio della corte reale di N iapoli? Probabilmente Pisacane s'era da giovan.etto, quasi ,da ia:nciullo, innamorato d'una fanciulla de1 lL1 su.a età, che ialfuscir di collegio trovò sposa d'altro uomo. L'amore riarse e vi:rnse su tutte le convenzioni sociali; e il giovane Duca, dopo poco tempo, se ne fuggiva all '.estero con la sua diletta. Sulle vie aspre e dolori0se dell'esi 1 lio, allora, egli conobbe la verità, e si consacrò alla causa della libertà. lVIa1non divaghiamo ... La ragione obiettiva, per cui Pisacane continuò ra occuparsi di studi militari, fu che la rivoluzion,e aveva allora bisogno, e del resto ne avrà bisogno anche in seguito, non so-lo di uomini ,di pensiero, di cospiratori, di. ribelli per impulso, ma anche di nomini di guerra. La rivoluzione è quasi sempre anche una guerra, o lo diventa ent.ro breV·etempo. Ciò CarLo, Pisacane accenna di volo nelle prime due pagine di questo secon,do sag· gio, in cui si mostra scettico verso la previsione della scomparsa di tutte le guerre, e afferma che i•n ogni modo -la fine d~lle guerre non si avrà finchè t~tti i diversi popoli e classi non 1avrann0 raggitt-nrt:o un sufficiente equilibrio d'interessi, e che a. tale equilibrio non si . ' g1ungera senza guerra . « Finchè l'Europa, - diceva egli fin da prima del 1857, - è in balla di tre O quattro despoti sostenuti da una selva di baionette, finchè in Europa la decima parte degli abitanti vive oziando nell'opulenza, mentre nove decimi vivono producendo nella miseria, parlare di pace perpetua (parlo ai signori del comitato della .)accì è inu6le ipocrisia ». (Saggi storici, ecc - Vol. II, pagg. 7 e 8). Vi, sono, certo, anche in questo libro affer1nazioni e ipotesi che oggi sarebbero discutibili; ma 11 lettore deve aver sempre 1'"-ivvertenza di non considerare questo volume oome facente ,parte da sè, bensì metterlo in rapporto

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