Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

PENSIERO E VOLONTA' 365 su tutta la penisola, durante il quale il pensiero ittaliano, « agitato da occulti dolori e vietato dalla tirannide, si manifestava n~lle astrattezze fi,losofiche ». Interessante è il giudizio, a· tal proposito, che Pisacane dà di Machiavelli, poi di Giordano Bruno •e'fommaso Campanella. Il primo Iu grande cittad~no che amò l'Italia, ùa libertà e l'indipendenza, ma soggiacque 2;ll'inflnenza dei tempi » e i più lontani dal vero son coloro che nel suo Principe han visto, co1ne il Foscolo, un mezzo «per m,ostrare ai popoli le insidie d-ella tirannide». Il Campan~llf•, il Bruno e il Vannino furono, per Pisa~ne, dei riformatori che precorrevano la nuova vita, che indicavano il ringiovanirsi della società. Nè il carcere nè il rog,01bastarono a soffocare il genio italiano, chè un secolo dopo cc Giambattista Vico, seguendo la stessa filosofia, colorrisce il disegno adombrato da quelli, e le leggi che regolano il destino dei p-opoli non sono più un arcano» (p.ag. 82). Cominciano quindi le prime rivolte di popolo, a Napoli contro gli spagnuoli, a Genova più tardi contro i tedeschi. Poco a poco un nuovo popolo succede all'antico; e quello, malgrado 1 l'Inquisizione e la Com•pag.ntla di G,esù si desta ed -esprime dal suo seno una Italia che superava, perfino, nelle audacie del pensiero 1a Fr.ancia di Voltaire e di Montesquieu. Beccaria, Filiangeri, Mario :Pagano, Romagnosi bandiscono la dottrina della libertà degli individui e dei popoli. cc Quanto quei sommi italiani, _,_ esclama Pisaoane, - più ècgli stranieri dei tem•pi loro, più d~i moder- . nii socialisti sviati dall'eccletismo, toccavano del vero e s'avvicinavano alla soluzione del lJroble1na sociale! » (P.ag. 86 e 87). La rivoluzione francese, la calata di Bonaparte in Italia, le repubbliche della fine del 700, il regno italico dei primi anni dell'8oo sono passati in 11assegnadal Pisacane con vivace acume. Egli vede un segn,o, <lel formarsi del sentimento d'italianità e di libertà negli italiani non soltanto nei subiti ,entusiasmi giacobini degli uni, ma anche nella resistenza opposta ai francesi dagli altri, n,elle rivolte contro la preipotenza francese sooppiate num-erose in quegli anni a Pavia, a Verona, a Lugo, a Genova, a Napoli ecc. E fa sue le parole di Melchiorr.e Gioia a un proconsole francese : .<< l franoesi promiser molto, non attesero nulla; vile ipo-crisia fu chiamare i popoli a libertà e farli poi ·più servi <li prima» (pag. 93). Linguaggio non dissimile tenevano infatti il rei liotec• Gino Bianco ----- -- -- pubblicani Manthonè a Napoli contro il generale Championnet ed il repubblicano Ugo Foscolo in Lombar-dia contro il generale Bonaparte. Da quel t,empo, nota Pisacane, ha principio la sto1"ia dei moder.rui italiani, anelanti di indipendenza e libertà. Sconfitta nel 1915, La nuova Italia contirnuò a vivere nelle congiure e neNe società segrete che si moltiplicarono. Gravi errori cagionarono le sconfitte successive ,del 1820, del 1848, ecc. ma la storia d'Italia, le cui pag.ine <( non han.no che voti, riti di sette, cospirazioni, tentativi infelici, martirii senza fine >> segna ogni giorno un 1:9assodi più verso la realizzazione della libertà e indipend·enza deJtl'Italia uoo. cc Saremo vincitori 6 vinti? >> - si domanda egli, (tPag. 99) nel finire il primo volume di questi saggi; e risponde: cc Se, poco curando la molta e dolorosa e:sperlenzia, c1ech1 seguiremo l'istinto che, per ·1a via obliqua ma in aipptarenza più piana, ci condurrà agli antichi errori, la schiavitù sarà ancora lungca. Se franr camente, troncato ogn·i vincolo col passato e col pr~sente, seguiremo la via aspra ma retta. la vi ttoriia è sicura ». Parole gnandi, che racchiudono una grande verità. - vera per qualsiasi causa di umana giustizia e di liberazionP. * * * I Bisogna rompere ogni vincolo -col passato e col presente, .altrimenti rimarremo ;n.1ella schiavitù, ammoniva il P,ensatore ed Eroe. Lo ammonimento non fu osservato, o lo fu solo superficialmente ed a metà. Di qui il perseverare in, Italia d'ei vecch:- mali. attenuati p,er un certo periodo, rincruditi noi. Che cosa intendesse Pisaoane per «rottura _d'ogni vincolo col passato e col presente « eg-Ii ha spiegato diffusam,ente ruel terzo volume dei SaggÌ, trattando della Rivoluzione e più concisamente disse, alla vigilia del suo sacrificio, nel T estame,n to. Ma anche nel primo vo1ume l'idea è accennata qua e là, come si è visto in qualche brano già riportato .e come ripeteva quando esaminava le cause per cui la rivoluzione francese mancò ial suo SCOII)O: cc I dolori sofferti indica vano il fin-e della: rivoluzione fra;ncese: le guerre civili d~ cui era stata lacerata, le molteplici tirannidi o-li . ' o insopportabili gravami del medio-evo conducevano all'unità, all',eguaglianza, all'abolizione dei prÌvil.egi. Ma il diritto di proprietà, cardine 1Principal,e dlell'antica società, era scosso, non 1divel.to; dunque i mali, sotto

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