Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

• PENSIERO E VOLONTA' 363 --------- ------------------------------·------'------- • u~ che ,essi stessi pr?II)Ug,nano ». (Saggi stot·tci, voi I, pag. 1). . 1-'er L'Italia del Popolo di Losanna non sarebbe male fare ciò che il prof. Menghini co~i intelligentemente ha fatto per La Giovine Italia di Marsiglia di quindici anni pri · ·ma .(così interessante, non più tanto per gii scritti di Mazzini ripubblicati r~petutamente ma per gli articoli ignoti ai più di altri coi~ laboratori, come -il H·uon:arotti, il Sism-0nu1 (.:CC. Il -prof. Meri,ghini ha ripubblicato integraln1ente i fascicoli -della· 0-iovane 1talia arricehendola di molte note bibliografiche ~ storiche; •perchè non si potrebbe fare la stessa cosa per L'.Jtalia del Popolof Così si avrebbero anche gli scritti minori di Pisacane, non staccati e riuniti, con criteri arbitrari, ma lasciati nel loro quadro storico ed intellettuale del tem'DO. .,_ * * * Ma torniamo ai 11.ostri .« ~aggi ,,. .. Dei quattro volumi (di iormato 21 x 14 con co- . ' perttna verde scura), i primi due furono- editi a Genova, com'è detto sopra,· dallo Stabilim~nto Tipografico Nazionale di certo Antonio De Barbieri, nel 1858 : vale a dire subito l'anno dopo la fine eroica di Pisacane e dei suoi com!Pagni. Gli altri due volumi, invece, il III e il IV, furono !Pubblicati nel 1860 a Milano, nella tipografia di Pietro Agnelli. Il primo volume è di pagg. 102, il secondo vo- , iu.m·e -di ,pagg. 179, il terzo volume di pagine 189, ed :il quarto e ultimo di pagg. r68. Gli editori vi hanno aggiunto, in appendice. · il « Testamento politico» scritto dal Pisacane all'atto di !Partire per l'ìmipresa. di Sapri. Nell' esemplare che ho sott'occhio vi sono, specie nel primo e nel terzo volume molti segni in lapis, a fianco ,dei brani più caratteristiaimente antidinastici, o ·antimazziniani, o socialistici; e iti fondo, sempre a lapis, an-- notato il numero delle 'Paginie· sul Piemonte, sugli Stati Uniti ,ecc. citabili o da riportare; probabilmente di mano di Ca.fiero. Oal secondo volume ogni saggio porta sul frontispizio interno •per epig,rafe queste pa· role <li Giordano Bruno : « Non temete nuo· tare contro il torrente; è d'un'anima sordidia pensare come il volgo perchè il volgo è -ifl . magg1oranza ». -Nel primo volume il Pisacane <là il « Dise .. gno dell'opera», di cui ho riportato sopra alcune parole della prima pagill'a. Egli dice che la cagione principale che lo determinò a quel lavoro fu il bisogno di formarsi un con-- lio ec • '-n Bianco vin cimento che poi fosse norma delle sue azioni e sem,pr•e l'avesse manrtenuto negli stessi propositi. Egli vi cita come suoi autori il -Machiavelli, il Vico, il Pagano e il Roma .. gnosi. ed in specie dagli ·ultimi tre si s-entì rischiarato .i.'intelletto, fino ad apparirgli in un ordinato insieme, ciò ch•e prima sembravagli sconnesso e con_fuso. Egli definisce la sua impresa cosi: determinare z:' avvenire d' I~ talia, studiandone il Passato, e senza .;.mbastardire ra nostra recisa nazionalità. (Vo]u .. me I, vag. 7). Il Saggio Primo ba per titolo : Cenno Storico d'Italia - il quale in cinque c3{Pitoli riassume la storia italiana fin dalla preistoria e dalla 1eggenda, anteriori ai Romani, per venire fino agli ultimi rivolgimenti dei tempi suoi (1850). La ripubblicazione di questo saggio no.n,mi parrebbe inutile neppure oggi, benchè 1J prog,r,esso degli studi storici dai tempi del Romagnosi e del Sismondi _fino ad oggi abbia modificate parecchie opinioni, rese meno attendibili alcune ipotesi, e sviluppate e rese possibili, anche dal pUillto di vista ri· voluzionario, più numerose considerazioni. Pure il riassunto del Pisacane serba molta della sua originalità, specie man 111ano che egli si avvicina ai temipi moderni e. contemporanei. Dei teIIlll)i di Roma Pisacane analizza le r~gioni ·dreH.avirtù ~rimitiva e della susseguente corruzione. Egli queste ragioni le vede ~n ,quello che :più tardi fu chiamato determinismo economico : « Sono le leggi economico sociali che tutto assorbono, che tutto travolgono nei loro v1ortici: il diritto di proprietà illimitato, ovvero il diritto di possedere più del bisognevole, mentre altri mancà del. necessario, fu- la sola cagione per cui raddero in dissoluzione i Rom:aniJ ·come· già, 1Per la ragione stessa era avv.enuto ai MagnoGreci ». ('\Zol. I, pag. 32). Poco •più innanzi (pag. 33 e 34) egli nota che il principio_ d'aut,orità dalla crescente disuguaglianza economioa veniva rafforzato, e che invano aumentavano le garanzie giuridiche <li libertà della plebe, sotto la spinta di questa: tali garanzie erano sempr,e più frustrate dal rafforzarsi eco~omico della oligarchia· dominante. E da tutto ciò il Pisacane deriva queste conclusioni : « 1 • il principio su- cui iè basato un sistema sociale, trasforma ç volge a suo vantaggio ogni istituzione, eziandio quelle fattet per ienire i mali che da un tal principio ri;;ltltanoe tutti i rivolgimenti che, senza sbarbicare _ '/ •

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