Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

380 PENSIERO E VOLO:tJ"TA' ---- ---------------- -- ----~-·--· ... -·------ - . _,. __ - stiene il lustro della letteratura Italiana è una proprietà della Nazione. Il Duca di Modena volle toglierla. Il lrranduca di Toscana ha avuto la. 'Viltà d) ob be-dire al luogo tenente dellA ustria. - Il fascicolo preso di mira (di ~ ov. e Dic.) era stato esaminato e approvato dal rni:nistro Corsini; n~a ii Granduca o impaurito d_all)ira del D iica dì Modena, o di'Vide ndo con esso la 1abbia contro la diffusione· de lumi in Italia, non conserva neppu,re l)a- ,petto della coerenza_; il 26 del corre·nte mese tre giorni dopo l)articolo della Voce della 1! erità· abolisce l'Antologia. Quest'impudenza di dispotismo è già nota a tutti. Toscani ! ! ! o noi si11,mo sotto il governo di "J\o1dena, o il Granduca di Toscana è wn Duca di "J\1odena... Italia tutta inorridisce a questo sfregio novello, e il suo grido non è Pi~, di lamento, 1na dì Vendetta. ! ! ! l\1a com'erano curiosi e ingenui gl'italiani di novant'anni fa ! Ne dicevan di tutti i colori al loro legittimo Gran-duca, e inorridivano e grida van << vendetta » per ·la seliljplice soppr-essione di un giorn-ale ! BIBLIOFILO .:==-===-===================.::==========-==-=-=--==--=--- POSTA AMMINISTRATIVA Per ragioni amministrative ed anche per ragioni politiche non facciamo più abbonamenti e segniamo come oblazioni tutte le somme che c1 pervengono. Coloro che per avYentura c1 tengono al dare ed all'avere, terranno conto dej numeri che ncevono al prezzo abituale. Abbiamo sempre alcuue somme in sospeso dì cui ignori a1no la pr~venienza _ e la destinazione. Ci sono -state rimesse dalle banche senza alcuna spiegazione e non abbiamo rioovuto le lettere che certamente ci annunziavano l'invio. Perciò preghiamo ~oloro che ci hanno inviato I del denaro e non lo hanno visto pubblicato in copertina, di farci saper.e quello ~he hanno mandato, e, possibilmente, con quale mezzo. A pt1oposito di eettte polerniehe Un compagno ci scrive dall'America: Quando veggo le critiche che si fanno all'estero sulle cose nostre in Italia, io penso a quello che avviene tra giocatori. Alcuni giocano al1e carte ed altri stanno attorno, non giocano Biblioteca Gino Bianco e veggono le carte di tutti i giuocatori. Finita la partita comincia la dìscussione - se tu avessi • giocato così, -ecc. - e quelli che più rompono lescatole e fanno i sapienti sono sempre quelli <:he non han preso parte al giuoco. Lo sù,nil'itucllne è ben tro1;ata; ma il pegaio si P che nel giuoco politico-sociale vi s0110 qHelli che aiudicano senza nemmeno corioscere le carte. P. J. Proudhon ((,'on tinnazionie. Vedi numeri precedenti). La divisione, le .franchigie, l~ diffidenze. della libertà gli sembrano ostacoli, cavilli, e il più libero parigino aLorre le repubbliche quando Le vede da vicino coli€" torri, i bastioni, le trincee che le difendono La libertà italiana poi gli pare cosa sua, sua creazione prima dovuta a Carlomagno, poi a_ Napoleone I, e la vuole unitaria pe1· amo!' p·ropl'io: per tradizione, per n1ilitarisn10, sopratutto per quell'ignoranza delle cose estere inevitabile nella politica popolare. ln I tali a un francese vedrebbe che la capitale n1anca, . che Napoli è tre volte pi11 i1nportante di Roma, che Milano, Torino, Firenze sono di le1 più ricche e più civili> che la 1nalaria infesta la città dei pontefici, che le sue chiese, i suoi palazzi vj avversano gli ordinamenti n1oderni che le nuove opere, le bonifica.zioni, le costruzioni per tramutare una terra quasi deserta rendono problematica la centralizzazione: qui un francese avrebbe la prudenza di Cavou~, la reticenza di Rattazzi, la dissimulazione dei Joro peggiorativi; qui s'accorgerebbe presto eh<-> i democraticj impazienti di precipitarsi nella città dei morti non fecero che trasportarvi il Governar da. cui sono de1·isi ed aumenta.re lFin1poste, da cui sono torn1entati; qui gli occh: 1 rvstano per riconoscere che l'unità è arrne d~ guerra,, un mezzo per ottenere in Lombardia 11 ~occorso del Piemonte, nel Mezzodì quello del1' Alta Italia, dap11ertut-to l'apparenza della libertà; qui si apprezza faeiln1ente }'evoluzione unitaria che trasportò il Governo a Firenze per fuggite Torino a Roma per vendicarsi di Firenze; qui ognuno intende come il disp-otismo del la cen ~.ralizzazione p,rovvisoria sia moderato e dal• l)arlamento essenzialmente federale, r:. dai Ministeri naturalmente geografici, e dalla solenne promessa del discentramento, e dalla libertà dello Statuto e dalla dualità dei sovrani e dalla fo1·za centrifuga di Roma. f' se•

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