Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

• PENSIERO E VOLONT/\' 381 guendo lar via dei più unitari, che sono ~eJ tempo stesso i più repubblicani, qualora trion~ fassero, si giungerebbe con una serie di dedu. zioni rigorosamente matematiche ad una fede•• raz.ione repubblicana. . - Ma a Parigi non sì conosce nè la geografi~ nè i dialetti, si dimentica il Po e gli Appen nini, e s'immagina la penisola come una pr0lu}!gazio11e della pianura francese: si par la dell' .. A.. ustria quasi fosse l'inferno, del Papa quasi fosse un prussiano, e stabilita l'unità cotne principio, chi non è unitario sembra e:L :i·u,re un nemico della Francia, dell'Italia ,, dell'umanità. I giornali dell'Impero in collauorazione coi democra.tici e col conte di Car vou r avevano dato lo slancio all'ignorai1za gen0rale, e le declamazioni erano diventate as· sordanti come un concerto di tamburi. Dun, que Prou-dhon si trova al bando di tutti e ri~ torna i'1 casa sua simile ad Epimenide, risve~ gliato da un sonno di cento anni; lo si dice apostata; che macchina è questa~ chiede egll, e non ottiene che risposte desolate, i giornali io chiamano 1nistificatore~ saltimbanco~ borbo· uico. nuovo Erostrato, rinnegato; non manca il patriota che gli par la di collocare una palla nel suo cranio qualora turbasse. di nuovo la scempia concerdia della democrazia. i\Ia erano ancora i bei tempi di Parigi, f appena corse la voce che Proudhon di ritorno stava per rispondere, il pubblico subito immar ~inò il titolo del suo libro contro gli accusat-0ri, disse 0he scriveva contro gli lscariotti, ; la battaglia era vinta prima che fosse data. Il suo nuovo libro l{11l principio federativo fece penetrare con lo strale della satira nel cuore degli a.v-ve:raari le idee a, loro più P.stranee in guisa che non potevano rispondere, senza con ... fessare di essere calunnia.tori e propag,at-Ori dì odiosissi~i equivoci. Leggasi il capitolo eh~ parla dell'influenza dell'unitarismo su} cuore e sulla, coscienza degli scrittori, vedasi come svela . le allucinazioni un itarie di Taxi le Delort, l'altalena politica di Guéronlt, la servitù mentale di Neftzer, i sofismi cnttolico-giaccbinici di F. l\forin. le aberrazioni democratiche-napoleoniche di Peyrat; egli par lava di uomini che non meritavano tanta menzione: tna non bisognava forse smascherare Ùna ca · lunnia quotidianamente concertata tra gente privilegiata, patentata o matta 1 E chiedeva se di. buon<Lfede confondessero l'esser papista ~l voler far di Roma un'altra Parigi, se sinoeramente dicessero l'anuuinistrazione unitaria meno costosa dell'amministrazione fede1·aJe, se per pura ignoranza non sapessero che l' ammi- .... Biblio eca· ■ IO ■ 1ano nistrazione svizzera non costa la metà di quella di Francia, se per pura semplicità non s'accorgessero che le federazioni rendono impossibili quelle rivoluzioni parigine che tanto scon volgono gli imperi. Sviluppando poi un'idea troppo diluita dal vasto ambito del suo libro sulla guerra, concludeva che l'auto'rità e la libertà conducono logicamente, la prima. all'uni·· tà, la seconda alle federazioni, che la loro lotta antica quanto il mondo dà progressivamente la vittoria alle federazioni, che delle oscillazioni inevitabili hanno potuto rifare gli imperi prin1itivi, diminuendoli, ma che l'a.vvenire sarà alla libertà, allo scambio dei va,.. lori organizzati e pertanto all'ordine contrattuale delle federazioni. Questo fu l'ultimo scritto di Proudhon. Assalito da una malattia che lo minava da più anni, non voleva per questo fermarsi ed aveva diciotto altri libri in corso e tentava nuove vie e si ribellava disperatamente anche contrf, la na~ura che gli strappava la penna dalle mani. L'ultima volta che lo vidi a Passy un velo plumbeo di stanchezza cadeva sulla sua persona; gìi strinsi la n1ano, lo lasciai scendendo nel sotterraneo della ferrcivia che mi parve la sua tomba, e quando il convoglio partì, sentii che mi allontanavo per sempre da lui_ Pochi mesi dopo il telegrafo mi annunziava a Torino che io avevo perduto il migliore degli amici. Sp1 irava nelle braccia della moglie, delle figlie, dei compagni della lungc1, guerra da lui sostenuta, ed a cui era riservato di salire a più alte stazioni del calvario della vita. La morte è pur sempre cosa morale e richiama gli uomini ai migliori sentimenti, e la Francia comprese la sua perdita. E si renda onore anche ai nemici quando lo meritano, e non sopravvivano gli odii alle tombe. Da lungo tempo l'Imperatore sentiva la necessità di coalizzarsi con la democrazia e la sentiva come un rimorso non del suo cuore, ma della sua intelligenza. Morto il tribuno, l'Imperatore srihito offerse di incaricarsi delle sue figlie. La vedova rispose declinando la ricca offerta; ma restò sotto la protezione della Francia, e dopo l'assedio di Parigi, scorsi dieci anni, gli scritt1 editi ed inediti di Proudhon finalmente venduti alla Libreria I·nternazionale di Lacroix: procurarono alla sua :famiglia tale patrimonio da renderl2: pit1 felice che egli non f9sse mai sta.t0 • Un ultimo sguardo all'uomo nel momento in cui scorr1pare dalla scena. La sua carriera ~ unita, possiamo giudicarlo. M. Droz non cessava di ripetergli che non sapeva dove avesse

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