Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

378 PENSIERO E VOLONTA' Poco appresso la filosofia eh- Bergson gli parvb lo bacco logico e necessario di una rev is1one delle dotrine socialiste. Di là l'illusione di poter inte-..·... oretare il marxismo su basi prag1nat~stiche: il rnito clella violenza, nel quale 11 tproletariato dev1es.. sere educato come in una religione pratica, ~he fornirà, il giorno .della crisi, la forza interiore per sollevars1 e lo strumento dotttinario per dar~ l'ultimo coJpo al decadente ,,nito (borghese) clei progresso, sul quale ha marciato la ltivoluzion() francese. 11 mito della violen7.a nvrà la sua estrin .. secazione storica nella grande frattura rivoluzi0-- naria (sciopero generale polit·ico) che separerà definitivamente il vecchio n1ondo borghese dal nuovo mondo comunista. ' Sorel s'illudeva così di avere dato l'ulti1na m~'\.- no è di avere munito di potenti porte l'edificic marxista e non sospettava menomamente che col suo 1nillenarismo astratto, che separava il mondo in isole ì'una all'altra remote, riduueva in bricciole la parte più profonda e più vitale, scientificamente, della indagine di Mnrx: lo sforzo cioè <ll sradicare la teorica rivoluzionaria dal'astratti ... smo illuministico e di innesta:rla neJ ·movimento storicistico del secolo XlX. Sorel che credeva di fare u,n •passo avanti, nE: faceva pareochi indietro, fino ai confini dell' uto--• pisn10 settecentes~o, quell'utopismo contro il quale ·i a,ccaniva nelle illusioni del progresso. Se questo libro egli non l'avesse con1posto con superficialità di preparazione e con deficiente critica, avrebbe compreso come nasce e come si trasfonna un mito e questa co1nprensione lo avrebb<:. prese1·vato ùa molti errori. Anche il jJ,Janifesto dei coniunisti, ·i può chiaimare un 1nito; ma la differenza tra .wlarx e Sorél è proprio in questo: -che Marx cre~va i suo\ 1niti credendo di fissare leggi storiche. Il passaggio dall'economia borghese all'economia con1unif:>ta, la clittatura, de1 proletariato, ecc., sono per lui ii ~orso 8torico fa tale di una, epoca Sore), nel co-. struire il suo 1nito, lo pensa co1ne una necessita logica e Io cava a,b astrocto. 'J'anto vero che si a-e~ canrnce non a con1battere 11 mito antagonista .del progresso, 1na. s1nontarlo 111, quanto rnito. Uiò di n~c·essità. lo mette in uno stato di H'JÌscredenza non soJo contro que1 deterin1nato 1nito, ma contro tutti i n1iti, e dovrebbe rinnnziai·e anche al suo. Allora intervi~ne Berg~o11 e il prag1natis1no, -co1ne un De11,.sex mrirl1ino, e cluello che non ci è dato di credere come verit?1 provata o rile-,ata, ci ~ offerta co1ne Yerità. Questo ricorso artificioso di1nostra abbastanza -come il mito sorelliano non è che una necessità dialettica di un r·ngiona1nento ma.1 posto e n1ai prov~to. Biblioteca Gino Bianco Jean Grave: DELLA MORALITÀ E DEL BUON SENSO - (la Revista Blanca di Barcellona - n. 69 dell'aprile 1926). 11 Grave, polemizzando con Federico Ura-- les di proposito di 1ndividualis;mo, nega che tali poleruiche si riducano a semplici questioni dì parole. Si tratta, al contrario, secondo lui, di fatti; in quanto gli ignoranti, che non conosèono nulla delle nostre teorie, tendono a conf0nderci con i professionali del furto. .t'e1 liberarci da questa confusione, dice il Grave, iu co1nbattu l'epiteto di « individualista ». cc ~e gli individualisti (egli osserva) ·esponess~1·0 le lo.ro teorie sotto la propria responsabilità. senza pretendere il nome di anarchici, io non perderei tempo tt confutar li, tanto più che in realtà tali teorie non hanno niente di comune c,)n l'anarchia e sono invece le teorie • più fetocemente borghesi che io conosca ». In verità Grave ha ragione, ma solo per una certa categoria (e molto limitata) di individualisti o sedicenti tali. V e ne sono altri, mol-- tiss1mì, ~he hanno bensì idee di verse dalle no. stre, ma, che non possono essere in niun rnodo confusi nè con gli amoralisti nè con gli apologisti del furto. Nonostante, per la catego, ria d'individualisti suindicata le osservazioni del Grave hanno il loro valore. A tali individualisti la società futura non interessèt punto nè poco. Disdegnano e n1ettono 1n ridicolo i sacrifici per la causa. Un vero 1nct1viduaJista secondo essi fa abbastanza ' . per la libertà e il benessere di tutti, adope, raiudosi in tutti i rnodi a 1nigliorare la pro ... pria situazione personale nella società attuale ~aaHdo ci è riuscito, per- lui la rivoluz10nt, t· fatta. In quanto ai mezzi, sono buoni tutti quelli che, senza troppo pericolo, procu .. rarr loro danaro in un modo o nell'altro. Vi .'Sono. è vero. di quelli che han dimostrato una g!'ande energia e, messi con le spalle a.I muro, uu gran disprezzo de1la morte; ma era in essi sopra tutto un gran disprezzo per la vita degli altri. Grave riporta,, tra l'altro, dei fatti e opinioni dettegli da Kropotkin in passato a tal (.'tovosito. Questi gli avrebbe raccontato che 1!1 America a] cuni individualisti seguaci di ti. Tucker, volendo affermare la propria individualità. non trovarono di meglio che as- ~1curare per forti somrne contro l'incendio la propria casa e poi incendiarla per intascare d premio dell'assicurazione ! Lo stesso Kropotkin lan1entava assai che cotesta teoria avesse contaminato il movimento russo con enorme '

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