Pensiero e Volontà - anno III - n. 12 - 1 agosto 1926

266 PENSIERO E VOLONTA' . - che tutti debbono vigilare, che tutti debbono 1nettere all'indice il prepotente ed intervenire in dife a del debole, che i con1paesani, i vicini, i co1rtpagni di lavoro debbono alla occorrenza farsi giudici e, nei casi estremi, con1e quello h1 discussione, affidare chi è riconosciuto colpevole alla custodia ed alla cura di un manico,mio, aperto sen1pre a1 controllo del pubblico. Ed in ogni caso evitare che la difesa contro i c}eli 1nquenti diventi una professione ,e serva di pretesto alla costituzione di tribunali permanenti e di corpi arn1.ati, _che diventerebber,o presto strun1enti di tirannide. l\tla insomma questa della delinquenza non è che UJ1a questione secondaria, per quanto sia la prima che si affaccia alla mente di coloro a cui si parla tPer la prima volta del- ]'inutilità e de~la nocuità del governo. Nessuno pretenderà che qualche satiro o qualche prepotente sanguinario possano arrestare il corso della rivoluzione ! L'in1portante, l'im111ediatan1ente urgente è ]'organizzazione della vita materiale, la soddisfazione cioè dei bisogni pr_imordiali ed il lavoro che a que 1 bisogni deve provvedere. Poichè quello che non riusciremo noi a fare ed a far fare co-n n1etodi nostri sarà fatto nec~ssarian1ente da altri ,con metodi auto, ritariiL'anarchia non si realizzerà se non quando s1 saprà vivere senza autorità, ed in quelle proporzioni 111 cui si riuscirà a fare a meno <lell' autorità. :Ma ciò non vuol dire che bisogna, con1e il Carro~e pensa o crede ch'io pensi, « aiutare in caso di rivoluzione il partito più affine colla speranza che questo faccia meno reazione durante l'opera nostra di sostituire i1 bene al male ». Noi possiamo avere rapporti di cooperazione coi pp.rtiti non anarchici finchè abbiamo con loro un nemico comune da con1battere e che non potremmo abbattere da soli; ma dal momento che un. partito va al potere e diventa governo, noj non possiamo avere con lui che rapporti di nemico a nemico. Certa1nente noi abbiamo ·interesse, finchè esiste un governo, che questo sia il n1eno oppressivo, cioè i1 men.o governo possibi~e. 1 Ma ]a libertà, anche una libertà relativa, non sj ottiene da nn governo aiutandolo. Si ottiene solo facendogli sentire il pericolo di trn1)r,o co1npri1nere. BibliotecaGino Bianco II. RepùbbliCa ? Un al1:ro articol? mio del 16 ottobre 1925 <4 Repubblica? >> è stato recentemente preso a partito da Massar in L) adunata dei refrattari di N evv York (Stati Uniti). Io parlavo di quello che probabilmente avverrebbe, non in u'Ila « futura rivoluzione italiana» (il futuro è indefinito e si può immaginare come si vuole), n1a immediatamente dopo la fine, vicina o lontana' che sia, del regin1e fascista, e dicevo: « Si affern1a che, mutata la situazione attuale, si farà la repubblica. E sia ! ·Conveniamo anche noi che, non potendo noi, per . n1ancanza di consensi -e di forze sufficienti, instaurare oggi la libera f ederazi•one delle comunità anarchiche, la sola soluzione pratica imn1ediata del problema politico è la repubblica. Ma che 5tPecie di repubblica sarà quella ch,e dovrà governarci e, naturalmente, opprimerci e sfruttarci? ». Dimostravo poscia la contradizioine in cui sono i repubblicani, che vogliono fare la repubblica per volere di 1 popolo, con il suffra- · gio universale, mentre poi convengono che per fare e< la vera repubblica » ci vog] iono prima gli uomini educati a vita . repubblicana. Citavo l' esen1pio di tutte le repubbliche, presenti e passate, in cni << domina ·il capitalis1no, durano gli stessi mali che si lamentano nelle n1onarchie e urge sempre il pericolo della reazione- e ]a minaccia di un fascisnio nazionale >>. Affermavo che la « democrazia i1ntesa con1e strumento di liberazione e di giustizia ha fatto fallimento dovunqu,; e sen1pre, che essa non ha fatto che illudere il popolo con la parvenza di una bugiarda sovranità, ha tradito la volontà della stessa 1naggioranza ed ha sostituita 1' onnipotenza di ·una piccola oligarchia di capitalisti e di politicanti a quella dei re e degl'imperatori ». E continuavo : cc Per e1nanciparsi bisogna essere capaci di emancipazione e per arrivare a quella capacità ed a quella dignità bisogna prima essere emancipati. Come si esce da questo circolo vizioso? Esclusa la n10n,archia più o meno costituzionale, escluso il cosidetto governo della maggioranza· (de111ocrazia) non restano altri modi di reggimento politico c-he ]a dittatura o l'anarchia». Scartata 1a dittatura per ragioni che non

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